Variante delta, Uefa: «Le sedi delle finali non cambiano». L'ira di Berlino: irresponsabili

Euro 2020, l'Uefa ha deciso: le finali si giocano a Wembley, per i tifosi decidono i governi. Arriva il monito anche dell'Oms
Euro 2020, l'Uefa ha deciso: le finali si giocano a Wembley, per i tifosi decidono i governi. Arriva il monito anche dell'Oms
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Giovedì 1 Luglio 2021, 12:25

L'Uefa ha deciso. Anzi, ha semplicemente ribadito quello che già era nell'aria da tempo: le finali di Euro 2020 rimarranno a Wembley. Nessun contagio, nessuna variante delta del Covid, infatti, spostano di un centimetro la posizione dell'unione presieduta da Aleksander Ceferin, questo nonostante le proteste arrivate da più parti nei giorni scorsi - anche dall'Unione Europea -, e il caso dei tifosi scozzesi, tornati in massa positivi dopo il derby con l'Inghilterra giocato a Londra.

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Uefa: «Le finali rimangono a Wembley»

La nota arrivata proprio oggi, l'Uefa afferma a chiare lettere che «tutte le rimanenti partite di Euro 2020 si svolgeranno come programmato. Le misure di mitigazione adottate in ciascuna delle sedi sono completamente allineate con le normative decise dalle competenti autorità sanitarie locali». Nessun problema, quindi, neanche quello che riguarda il numero di tifosi che potranno accedere alle gare: «Le decisioni finali sul numero di spettatori che assisteranno alle partite e i requisiti di ingresso nelle nazioni ospitanti e negli stadi ricadono nella responsabilità delle autorità locali competenti, e la Uefa segue tassativamente tutte queste misure», si legge ancora.

Berlino: «Uefa del tutto irresponsabile»

La nota arriva dopo che il ministro dell'interno tedesco, Horst Seehofer, aveva detto di ritenere «il comportamento della Uefa assolutamente irresponsabile».

E poi ancora: «Ho il sospetto che ci sia un problema di tipo commerciale, e ragioni del genere non dovrebbero prevalere sulla protezione della salute. Posso solo fare appello alla organizzazione, ha concluso, affinché riveda la sua posizione».

Daniel Koch, poi, consulente medico dell'Unione, dice che «non si può totalmente escludere che eventi e raduni potrebbero dopotutto aver portato ad alcuni aumenti locali nel numero dei casi, questo però non si applicherebbe solo alle partite di calcio ma anche a ogni tipo di situazioni che non sono consentite in quanto parte delle misure di contenimento decise dalle autorità locali competenti». Il riferimento è chiaramente all'aumento dei contagi in Scozia dopo la partita di Wembley contro l'Inghilterra, già richiamata in precedenza, ma il problema non sarebbe della manifestazione in sé.

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«Le intensive campagne vaccinali che sono state messe in campo in tutta Europa e i controlli alle frontiere - si riporta ancora nella nota dell'Uefa per bocca del medico svizzero - aiuteranno ad assicurare che non cominci nel continente una nuova grande ondata e non si metta pressione sui vari sistemi sanitari, come è successo con le precedenti ondate di contagio».

Euro 2020, il monito dell'Oms 

Ma le parole pubblicate nel comunicato non spengono le preoccupazioni, tanto che anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità sollecita un «migliore monitoraggio» degli spettatori degli Europei di calcio e invita le città che ospiteranno le ultime partite a effettuare controlli più accurati durante gli spostamenti dei tifosi, anche prima del loro arrivo e dopo la loro partenza dallo stadio.

«Dobbiamo guardare oltre gli stadi», ha detto Catherine Smallwood, funzionario della Oms europea, durante una conferenza stampa sull'argomento.

 

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