Un sogno, fino allo sbarco a Milano di Antonio Conte che ha saputo trasformare tutto in realtà. Una bandiera juventina sulla panchina nerazzurra, chi lo avrebbe mai detto. Eppure, nel calcio accade questo e non solo. Perché accade che l'ex tecnico della Juventus (i primi tre scudetti di un regno durato nove anni anni sono stati suoi) conquisti il tricolore con l'Inter e riporti lo scudetto sulla sponda nerazzurra del Naviglio 11 anni dopo il Triplete di José Mourinho. Una doppia impresa.
IL SUCCESSO - In primis, perché non era facile detronizzare una squadra come la Juventus.
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Prima di questo trionfo ha chiarito alcune problematiche con Suning ed è ripartito con entusiasmo. Ha rincorso, sorpassato e tenuto dietro il Milan (e tutte le altre rivali). E ha vinto. Contro tutti. Contro lo scetticismo iniziale, la diffidenza. E ora è Antonio Conte, la bandiera juventina che ha riportato in alto l'Inter.
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I MOMENTI CHIAVE - Diversi i momenti chiave della stagione. Tra questi, uno negativo. L'eliminazione dalla Champions di dicembre. Inaspettata. Ma Conte ha saputo rincuorare la squadra. Ricompattare un gruppo e far capire a ogni giocatore l'occasione che avevano davanti. Ha creato una squadra a sua immagine e somiglianza. E la prova del nove è stata la vittoria a San Siro contro la Juventus: 2-0 con reti di Vidal e Barella. Era il 17 gennaio. La cavalcata scudetto inizia lì. L'Inter è poi scappata via un mese dopo, il 21 febbraio con il 3-0 rifilato al Milan. Una prova di forza che dato l'ennesima spinta ai nerazzurri. Undici vittorie di fila ne hanno suggellato il trionfo. Fino al successo di Crotone di ieri e al pareggio tra Sassuolo e Atalanta. È il 19esimo scudetto. Per il futuro di Conte ci sarà tempo.
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