Sotto choc, turbato, senza parole. Gini Wijnaldum non ha ancora metabolizzato l’infortunio alla tibia destra che gli rovinerà la prima parte della stagione con la Roma e, con molte probabilità, gli farà perdere il Mondiale. È stata una notte insonne quella del centrocampista, immerso tra mille dubbi riguardanti l’immediato futuro. Operarsi subito per puntare al Qatar, o prendersi del tempo per riflettere sulla strategia migliore? Domande che in queste ore sta affrontando assieme a chi gli è vicino, alla Roma, al Psg e alla nazionale olandese. Questa mattina, presso la clinica Villa Stuart, gli verrà applicato un gesso sulla gamba destra per immobilizzare la parte lesionata e nei prossimi giorni è atteso a Roma il dottor Georg Ahlbäumer della Klinik Gut di St. Moritz. Il medico di fiducia di Dan Friedkin valuterà la situazione e illustrerà quella che secondo lui è la strategia migliore da seguire. Anche perché il giocatore ha preso consapevolezza che, anche con l’intervento chirurgico, recuperare in tempo per il Mondiale sarebbe altamente improbabile.
Si tratta di una frattura composta, questo significa che esistono due due tipologie di approcci: la terapia conservativa che lo obbligherebbe a fermarsi per almeno tre mesi, o l’operazione chirurgica che accorcerebbe i tempi a circa 60/70 giorni.
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