Roma, riecco Pedro e Smalling, ma gli infortuni sono tanti. Fonseca: «Troppe partite, è disumano»

Roma, riecco Pedro e Smalling, ma gli infortuni sono tanti. Fonseca: «Troppe partite, è disumano»
di Alessandro Angeloni
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Domenica 7 Marzo 2021, 07:30

C’è il Genoa all’Olimpico. All’ora dell’aperitivo, o del prenzo, dipende dalle abitudini. C’è quel Genoa che Davide Ballardini ha rigenerato dopo i problemi vissuti (anche per il Covid) ad inizio stagione dal suo collega Rolando Maran. Il Genoa è squadra seria, tosta, che adesso gioca senza grossi assilli di classifica. La Roma ha bisogno di non fermarsi, di vincere e approfittare anche dello scontro diretto di domani tra Inter e Atalanta e in più non deve sprecare energie in vista dello Shakhtar, giovedì. In mezzo, gli infortuni, che creano problemi. Servono tre punti, insomma. Come all’andata, quando Fonseca li ha ottenuti inventando Mkhitaryan centravanti (tripletta per lui a Marassi, con sostituizione Cristante-Mayoral). Oggi, Micki, alla luce dei tanti impegni passati e futuri, rischia di dover riposare, ma la fiducia a Borja resta intatta (anche se ElSha spera in una maglia). E dietro lo spagnolo torna Pedro, che non gioca una partita da titolare dal 23 dicembre, Roma-Cagliari. Poi, il Natale, gli infortuni e qualche esclusione poco digerita. Pedrito soffre la panchina (come tutti), ma lì davanti la concorrenza è aumentata e il posto non è più fisso e all’allenatore ha manifestato le sue perplessità. Del resto, l’ex Barça, dopo l’avvio folgorante (tre gol nelle prime sei partite, più uno in Europa League) è un po’ sparito, ed è tornato a segnare nell’ultima sfida con l’Udinese lo scorso 14 febbraio. Ma oggi rivuole sfruttare la sua chance dopo gli ultimi spezzoni. Nel rush finale per un posto in Champions serve l’esperienza anche di Pedrito, che di titoli ne ha vinti tanti in giro per il mondo. L’esperienza di Pedro e quella di Smalling, pure lui un altro veterano assente. L’inglese ha saltato nove partite di campionato, ne ha giocate solo tredici. Ecco, la sua esperienza a una difesa bambina come quella della Roma, è mancata molto: la squadra di Fonseca è tra le peggiori difese del campionato, con 38 reti. Chris non fa il titolare da gennaio, e contro la Fiorentina è sceso in campo per 9 minuti dopo aver saltato le sfide con Juve, Udinese, Benevento e Milan. Sarà una difesa ancora in emergenza, con Kumbulla squalificato e Ibanez ancora out. Ma almeno c’è l’uomo in più, Chris, inseguito per tutta la scorsa estate. Ipotesi altrernativa per oggi: Pellegrini basso al fianco di Villar (o Diawara), con ElSha vicino a Pedro.
LO SFOGO DEL TECNICO
Fonseca ha dovuto far fronte a molti infortuni: dai due appena citati fino a Kumbulla e Dzeko stesso (contro il Genoa, prima convocazione invece per Reynolds). «Si gioca troppo, fisicamente così non è umano per i calciatori.

Quando sono stato al meeting della Uefa, era una preoccupazione generale. Avere meno partite e meno competizioni, anche con la Nazionale, può aiutare». Gli allenatori lanciano l’allarme prorpio nella fase in cui alcuni calciatori saranno impegnati, a breve, con le rispettive nazionali. Ma la sua Roma, anche se a corrente alternata, va. «La Roma è migliorata quasi tutto rispetto allo scorso anno cambia solo il numero dei gol presi». Difesa da registrare, insomma. E l’attacco ora si regge su Borja Mayoral. «È un giovane che sta giocando molto bene. Nelle ultime partite non ha segnato ma lavora tanto per la squadra anche quando non fa gol. Se vediamo i suoi numeri in comparazione al tempo che ha giocato sono interessanti. La società deciderà al tempo giusto, Tiago Pinto sa quello che penso». Questione conti, pubblicata la semestrale. Confermata la perdita di 74,8 milioni rispetto agli 87 del precedente esercizio. Il totale dei ricavi è pari a 98,698 milioni di euro, anch’essi in calo (-11,3 milioni). I costi consolidati ante ammortamenti e svalutazioni al 31 dicembre 2020, sono pari a 118,4 milioni di euro (123,9 milioni di euro, al 31 dicembre 2019).

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