Roma, Mourinho: «Zaniolo? Spero resti. Vorrei un altro attaccante e Pinto lo sa. Belotti mi piace molto»

Il tecnico in conferenza alla vigilia di Roma-Cremonese: «Il nono sold-out di fila è una vittoria incredibile». E intanto chiama il Gallo

Mourinho: «Zaniolo? Spero resti. Vorrei un altro attaccante e Pinto lo sa. Belotti mi piace molto»
Mourinho: «Zaniolo? Spero resti. Vorrei un altro attaccante e Pinto lo sa. Belotti mi piace molto»
di Gianluca Lengua
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Domenica 21 Agosto 2022, 15:47 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 09:15

José Mourinho, alla vigilia della partita contro la Cremonese, è ancora più esplicito sul mercato e chiede a gran voce un nuovo attaccante a Tiago Pinto: «Se mi chiedete se mi se mi piacerebbe avere un altro attaccante in rosa, io non rispondo perché il direttore Tiago lo sa. E siccome lo sa, devo solo aspettare che si possa fare e se non si può fare andremo avanti con quello che abbiamo. Belotti è svincolato e quindi posso dire qualcosa. E quello che dico è che se è vero che vuole tanto venire alla Roma a me piace tanto questo comportamento. Se viene o non viene non lo so».  Ecco la conferenza stampa integrale. 

Come arrivano contro la Cremonese due nuovi come Wijnaldum e Matic?

«Bene. Abbiamo avuto due settimane quasi uniche, perché a partire da adesso abbiamo partite ogni tre giorni. Anche giocare contro il Monza due giorni dopo la Juve è un bel regalo. Fare allenamenti completi è importante per giocatori come Wijnaldum. Zalewski è stato un po’ malato, ieri è si è allenato. Anche El Shaarawy ha avuto un piccolo problema, ma adesso sta bene.

A parte Darboe che ha una storia triste, stiamo tutti a posto. Vogliamo vincere». 

Che effetto le fa sapere che quella di domani sarà la nona partita con il nono sold-out di fila?

«Questa per noi è una vittoria incredibile. La base di tutto è la passione dei tifosi per il loro club, però, noi sentiamo le responsabilità nella creazione di questa empatia e sviluppare la passione che la gente ha. Penso che sia buono per tutti noi e per il calcio italiano. La gente guarda le nostre partite all’Olimpico, io sono portoghese, inglese, spagnolo e ho contatti con molti amici e hanno tutti una impressione fantastica. Non interessa la dimensione della partita. È una motivazione per noi e anche per i nostri avversari. Non vedo la Cremonese come una squadra che l’anno scorso era in Serie B. Ha un gioco definito, complimenti al suo allenatore, sa come vuole condizionare gli avversari. Ha giocatori di qualità e ha fatto investimenti importanti. Lì davanti sono tutti e due calciatori con una storia. È facile scrivere o dire che sarà una partita con tre punti in tasca, invece, sarà una partita difficile».

A Salerno ha sostituito due attaccanti con due centrocampisti. L’arrivo di Belotti può servire a colmare il gap con le altre squadre?

«L’obiettivo non era far capire alla società che mi serviva un altro attaccante. L’obiettivo era vincere la partita e quando non hai un calciatore dello stesso livello degli attaccanti che hai campo, che è una cosa ovvia perché Felix ed Eldor non sono allo stesso livello di Paulo, Nicolò e Tammy, e se non hai quel privilegio giochi con la forza che hai in panchina e in quel momento erano Matic e Wijnaldum che sono entrati in campo e hanno controllato la partita. Sarebbe molto più bello chiudere la partita segnando due o tre gol. L’abbiamo chiusa in altro modo. Se mi chiedi se mi se mi piacerebbe avere un altro attaccante in rosa, io non rispondo perché il direttore Tiago lo sa. E siccome lo sa, devo solo aspettare che si possa fare e se non si può fare andremo avanti con quello che abbiamo. Belotti è svincolato e quindi posso dire qualcosa. E quello che dico è che se è vero che vuole tanto venire alla Roma a me piace tanto questo comportamento. Se viene o non viene non lo so». 

In che ruoli può giocare Pellegrini?

«Lo scorso anno ho detto che mi piacerebbe avere tre Pellegrini e l’ho detto quando lui stava crescendo come giocatore. Oggi è diventato grande, talmente grande che può giocare non solo in tre posizioni, ma anche in altre. Può giocare a centrocampo, dove giocano Dybala e Zaniolo. Ha maturità. Per noi vale tanto e quando tu guardi alla nostra squadra e alla posizione in cui gioca Nicolò sono loro più El Shaarawy, più Lorenzo. Per questa ragione non posso dire che Pellegrini giocherà sempre a centrocampo. Lui giocherà ovunque e la cosa importante è che può farlo e questo per noi è molto importante».

 

È stato più difficile vincere a Roma un trofeo o più difficile rivincerlo?

«La competizione che abbiamo vinto non è molto diversa da quella che giocheremo questa stagione. Un pochino diversa nella fase a gironi perché ci saranno squadre più equilibrate e quando si arriverà alla fase di eliminazione troveremo super potenze economiche come Manchester United e Arsenal. Se abbiamo avuto la capacità di vincerla l’anno scorso, dobbiamo mettere tutto sull’Europa League e vedremo dove possiamo arrivare. Le competizioni italiane sono difficili da vincere. Noi siamo una squadra con più potenziale dell’anno scorso, ma anche le altre sono lo stesso. Non è una situazione in cui la Roma ha migliorato e le altre hanno peggiorato. Per il bene del calcio italiano, tutti sono migliorati. Per noi che non vogliamo finire sesti o quinti o quarti non sono belle notizie. Tutte hanno fatto investimenti e hanno più qualità di prima. Vedremo se potremo vincere qualcosa». 

Che importanza ha Cristante nel gruppo? Questa squadra ha la necessità di avere sempre in campo lui o Matic? 

«Cristante è importante come giocatore, persona e come stabilità che dà in campo e fuori. Si può avere stabilità anche senza di loro, dipende dalla crescita della squadra e di giocatori di altro profilo. Un Pellegrini di due o tre ani fa non poteva dare questa stabilità, ora può. Gini anche potrebbe. La squadra può giocare senza Matic e Cristante, l’importante è essere compatti difensivamente. Giocare con giocatori più offensivi è una questione di empatia di squadra. Vedo gente di maturità che ti permette di giocare senza giocatori più difensivi». 

Quanto è importante che Zaniolo sia rimasto? È anche merito suo? È più leggero fisicamente? È cambiato qualcosa sugli allenamenti?

«Sta bene, fisicamente sembra agile e fresco. Per un giocatore che gioca come lui è difficile resistere a quella intensità di gioco. È merito suo e dopo di lui arriviamo noi che lo facciamo allenare bene e gli diamo motivazioni. Anche di allenamenti specifici. Se rimarrà qua è una domanda per il direttore. Se mi chiede se mi piacerebbe che rimanesse, non nascondo che mi piacerebbe tanto. Nel puzzle che abbiamo costruito abbiamo cercato di far sposare bene le caratteristiche dei giocatori. Oggi Zaniolo è più importante di prima».

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