Milan-Inter, le pagelle rossonere: Ibra, un leone in gabbia. Romagnoli, Rebic e Saelemaekers da incubo

Milan-Inter, le pagelle rossonere: Ibra, un leone in gabbia. Romagnoli, Rebic e Saelemaekers da incubo
di Luca Uccello
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Domenica 21 Febbraio 2021, 18:15 - Ultimo aggiornamento: 18:33

Milan-Inter 0-3, le pagelle dei rossoneri nel derby

DONNARUMMA 5
Imparagonabile con questo Samir Handanovic
CALABRIA 5
Ivan Perisic, campione d’Europa ancora in carica, fa quello che vuole. Davide subisce Golia.
KJAER 5,5
L’unico a non perdere mai la testa, a tenere in piedi la difesa. L’ultimo ad alzare bandiera bianca. Senza di lui chissà come sarebbe finita. 
ROMAGNOLI 4
Lukaku è un extraterrestre, lui disastroso.
THEO HERNANDEZ 6
La sua freccia sinistra continua a lampeggiare. Su quella fascia contro Hakimi finisce alla pari…
TONALI 6
Se doveva dimostrare qualcosa, e doveva farlo, lo ha fatto nella partita più importante della stagione. E se non ci fosse stato Handanovic l’avrebbe pure messa dentro. Pioli lo toglie: mah (22’ st Meite 5: cambio decisamente inutile. Persa la possibilità di costruire qualcosa di buono).
KESSIE 5
Il duello con Barella è un gioco al massacro. Frank ha dimenticato il coltello tra i denti a casa.
SAELEMAEKERS 4
Quando il gioco si fa duro, lui deve sedere in panchina. Avanti il prossimo ragazzino di belle speranze (22’ st Rafael Leao 5: indolente, non sente nemmeno il derby).
CALHANOGLU 5
Non inventa nulla e scappa spesso sulla sinistra, lontano da Eriksen che vince il duello tra i due veri numeri dieci della sfida di San Siro. Speriamo non sia per colpa del rinnovo.
REBIC 5
Non si fa mai vedere pronto, in posizione, al tiro. Una partaccia. Lui sicuramente può fare un po’ di più rispetto a qualcun altro che è già al massimo…
IBRAHIMOVIC 6,5
È un leone che scappa di continuo dalla gabbia di De Vrij ma che non riesce mai a scavalcare il muro che lo divide dal gol (30’st Castillejo 5: con il suo ingresso Pioli alza bandiera bianca).
PIOLI 5
Che colpe può avere? Nessuna. La squadra c’è, ha provato anche a giocarsela a testa alta. Non è un Milan da primo posto e questo si sapeva fin dall’inizio. Ora però non bisogna perdere la testa e nemmeno il coraggio. L’obiettivo è la Champions League. Vero, Stefano?

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