Lazio, Milinkovic accende i sogni di gloria

Lazio, Milinkovic accende i sogni di gloria
di Alberto Abbate
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Mercoledì 5 Maggio 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 10:28

La porti un altro bacione di Giuda a Firenze. E’ indimenticabile il primo gol in Serie A per lui e per la sua gente. Era un sabato sera di gennaio 2016, quando Milinkovic spedì la cartolina dagli Uffizi. Sergej mostrò fiero al 93’ il suo affresco con l’aquila sul petto. Come a schernire l’allora ds Pradé: «Non sposto gli equilibri? Li distruggo». Era l’inizio dell’esplosione di un talento in serbo. Sono passati ormai quasi sei anni da quando Sergej, all’epoca ventenne, completò così quel meraviglioso tradimento: da allora 245 presenze, 47 gol e38 assist fra campionato e coppe in biancoceleste. Nel 2015, 5,2 milioni prima, altri 10 poi per il restante 50% al Genk, più le commissioni (intorno ai 3 milioni) al manager Kezman. Fondamentale proprio per la mancata firma di Sergej coi viola e per due rinnovi top sino al 2024. Promesse mantenute alla Lazio, anzi esplose ancora di più quest’anno. Un assist per raggiungere in doppia cifra (10) Cuadrado ed essere pure il miglior assistman di questo campionato. Anche quando non è decisivo con un passaggio, Milinkovic è molto di più per la Lazio. Si è visto anche domenica contro il Genoa a pranzo: morsi su ogni pallone (come quello intercettato nell’azione del 3-1), tiri dalla distanza e una danza che fa ballare pure l’Olimpico vuoto. E’ in forma da urlo, lanci in lungo e in largo, uno dei segreti per riacciuffare immediatamente la Champions. Contro la Fiorentina deve ritrovarsi pure amuleto e scongiurare il giallo. A meno che, in vista derby, perderlo col Parma non sia calcolato: non si è mai fermato, ieri a Formello (insieme all’altro instancabile Marusic) è rimasto a riposo. 

INTERDIZIONE E GOL
Un gigante, ora campione.

E’ maturato in maniera esponenziale. Finalmente costante, completo in ogni fondamentale. Lo scorso anno si era concentrato sull’interdizione, adesso riesce a conciliarla pure con un maggior fiuto da bomber. Con 11.475 km percorsi di media, Milinkovic è il quarto giocatore della Serie A per movimento (dietro Brozovic, Thorsby e Rog), ma anche meglio di Messi (e pari a quota 4 solo con Ward-Prawse del Southampton) su punizione in tutto il Vecchio Continente. In trasferta poi è una sentenza letale: Torino, Spezia, Inter e Napoli lo sanno bene. In totale otto reti pesantissime con tre colpi di testa e un desto micidiale al Crotone. Sergej accontenta ogni palato, pure quello più intransigente. 

PERICOLO INTER
Guai a farci però troppo la bocca fuori da Roma. Milinkovic non si tocca. Il suo sogno resta quello di giocare un giorno nel Real, ma Lotito chiede la luna. Non scenderà sotto i cento milioni per cedere la sua stella. Il pericolo più serio però ora arriva dall’Inter scudettata. Conte è pazzo del serbo e lo ha chiesto come regalo per la prossima annata. Così l’ad Marotta ha riavviato i contanti con l’agente Kezman e avrebbe pronta un’offerta da 80 milioni dei 250 in arrivo dagli Usa. Chissà se Lotito riuscirà ancora a fare resistenza: lo sbarco di Mourinho sull’altra sponda, adesso gli mette ulteriore pressione dalla piazza. Magari, come ai tempi di Cragnotti-Sensi e dei loro botta e risposta, il colpo giallorosso in panchina potrebbe prendere anche a Formello una piega positiva. Vanno accelerati i tempi del rinnovo d’Inzaghi, innanzitutto, come risposta. Ed il tecnico, per confermare la sua supremazia capitolina, chiederà sul mercato qualche ulteriore garanzia. 

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