Lazio, il grande freddo tra Lotito e Sarri: cronaca di un rapporto mai realmente decollato

I dubbi sul futuro del tecnico in biancoceleste: "Se sono contento? I conti si fanno alla fine come tutte le cose"

Lazio, il grande freddo tra Lotito e Sarri: cronaca di un rapporto mai realmente decollato
Lazio, il grande freddo tra Lotito e Sarri: cronaca di un rapporto mai realmente decollato
di Valerio Marcangeli
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Mercoledì 27 Aprile 2022, 12:37

Torna il grande freddo tra Lotito e Sarri. Le ultime dichiarazioni del presidente della Lazio hanno incrementato i dubbi sul futuro del tecnico in biancoceleste: «Se sono contento? I conti si fanno alla fine come tutte le cose. La contentezza si esplicita quando si raggiunge un traguardo, ma parlare di futuro adesso è ancora prematuro, fermo restando che io ho una grande considerazione nei suoi confronti. È un uomo di grandi qualità e lavora 24 ore su 24 per il campo. Questo non si discute».

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Per la prima volta Lotito ha tirato il freno a mano sull'argomento. Un po’ un paradosso considerare oggi «prematura» la questione quando lui stesso al termine della cena di Natale all’hotel St. Regis (13 dicembre) aveva dichiarato: «Il mister non è precario, anzi ho dato mandato affinché venga rinnovato il suo contratto di altri due anni». Parole che in quel momento erano un messaggio diretto alla squadra: chi non è con Sarri se ne può anche andare. Una dimostrazione di stima che diede i suoi frutti visto che da lì in avanti la Lazio è entrata nel miglior momento della stagione.

Lazio, dalla sintonia ai dubbi di fine stagione

Eppure da quel momento il tanto agognato rinnovo del tecnico ha cominciato a slittare fino ad arrivare alle dichiarazioni di ieri. Nonostante la sintonia paventata a metà dicembre, in realtà il rapporto tra Lotito e Sarri è stato altalenante come i risultati della squadra durante la stagione corrente. Le conseguenti domande sul rinnovo sono cominciate fin dalla gara di Venezia (22 dicembre) con l’ammissione della volontà di firmare da parte del tecnico ribadita senza mezze misure prima dell’Inter (8 gennaio): «Non so se sia arrivato il contratto, non chiamo il mio avvocato prima della partita.

Se arriva si firma». L’idillio tra le parti sembrava esser scattato definitivamente, ma le conferme sono venute sempre meno.

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Di partita in partita Sarri ha cominciato a parlare dell’ambiente: «Mi trovo bene, mi è entrato dentro» (2 aprile, post Sassuolo), ma non del rinnovo, almeno fino alla conferenza pre Milan. Lì sono arrivate conferme, sì, ma dei dubbi dell’allenatore: «Posso avere ancora un anno o un mese di contratto, ma se non c’è sintonia è inutile andare avanti». Nel post-partita poi un nuovo segnale: «Non so se ci sia un piano A o un piano B in caso di Europa o meno, chiedetelo alla società». La società, appunto, prima non ha mai messo in discussione il futuro del tecnico con continue rassicurazioni: «Firmerà». Poi un piccolo rallentamento: «Tempo al tempo» e infine l’inchiodata di ieri pomeriggio che segue il battibecco nello spogliatoio post Milan. L'Europa League resta l'obiettivo del finale di stagione, ma ora a non essere chiara è la voglia di proseguire insieme.

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