Lazio, l'Olimpico scopre l'effetto Sarri. Sprint Kostic-Zaccagni

Lazio, l'Olimpico scopre l'effetto Sarri. Sprint Kostic-Zaccagni
di Alberto Abbate
4 Minuti di Lettura
Sabato 28 Agosto 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 15:47

Il prato crescerà sul cemento. Gettate le basi della nuova Lazio, ma il cantiere resta aperto: «Abbiamo ampi margini – spiega Sarri - ma dobbiamo migliorare ancora un po’ in tutto. Nella ripresa di Empoli il baricentro era troppo basso, dobbiamo salire pian piano. Il nostro percorso di maturazione sarà fatto di alti e bassi, ma già contro una squadra dinamica come lo Spezia (ore 18.30, diretta Dazn, ndr) mi aspetto un ulteriore scatto. Sempre che lo permetta il campo. Ho visto la gara della Roma contro il Trabzonspor all’Olimpico e sono preoccupato. Per la capitale mi sembra un terreno indegno». Appena 17mila tagliandi staccati al botteghino, Sport e Salute, che si occupa della gestione dello stadio, risponde subito al duro attacco: «Dal vivo Sarri cambierà idea al suo esordio casalingo. Il campo è in buono stato, è stato riseminato e sta facendo il suo corso dopo l’Europeo, in cui era stato giudicato uno dei migliori l’11 luglio». Il tecnico teme qualche infortunio, ha scongiurato lo stiramento di Luiz Felipe, allenatosi con una vistosa fasciatura al polpaccio. Alla vigilia risparmiato alla squadra il ritiro a Formello: oggi giocherà Acerbi sul centro-destra, Radu al suo fianco. Ma sembra corta la coperta dietro: Sarri dribbla la domanda su un altro centrale in arrivo (Ferrari, Mustafi, ieri si è rivisto Musacchio) perché dipende dall’uscita di Vavro (reinserito nella lista per questo incontro) e da quanti soldi resteranno nel salvadanaio. 
SPRINT CON ZACCAGNI
Tutto dipende dall’esterno. Il piano b Zaccagni (ottima prestazione ieri sera contro l’Inter) è già stato bloccato con 8 milioni più due di bonus. In scadenza nel 2022, l’ha offerto il presidente Setti a Lotito: «E non mi opporrò a cederlo». Con un esborso così contenuto, sarebbe più facile per la Lazio centrare un doppio colpo al gong e non rovinare i rapporti con l’agente Kezman depositando il contratto di Kamenovic per l’ultimo slot da extracomunitario: «Non lo so se Dimitrije resterà alla Lazio, dipenderà dall’evoluzione degli ultimi giorni di mercato». Già, perché Sarri insiste per avere Kostic quel che costi, ma l’Eintracht partiva da 20 milioni subito e la Lazio ne ha messi appena la metà sul piatto. Forte del fatto che Filip vuole Roma e sta forzando la mano. A Francoforte non stanno mantenendo la promessa di liberarlo, così ieri lui non si è presentato all’allenamento, escluso oggi dalla trasferta di Bielefeld col gruppo: «L’atteggiamento di Filip ci irrita molto. Ha un contratto sino al 2023 - tuona il ds Krösche - e non ci faremo fare pressione per cederlo». Eppure ieri è arrivato l’ultimatum a poco più di 10 milioni di Lotito, convinto di strapparlo. 
USCITE E RILANCIO
Lavoro duro anche per Tare sulle uscite dell’ultimo minuto.

Caicedo ha detto sì al Genoa insieme a Fares (si lavora ai 7 milioni con obbligo di riscatto). Jony è a un passo dallo Sporting Gijòn. Kiyine, Maistro, Casasola e Lukaku, rispettivamente a Venezia, Ascoli, Frosinone e Anderlecht fra prestiti e possibilità di riscatto. Nuovo sondaggio del Fenerbahce per Muriqi, smentite assolute su ulteriori uscite di big, al momento. Impazza ancora la suggestione dello scambio al fotofinish fra Insigne e Luis Alberto, ma Sarri promette di recuperare al più presto lo spagnolo, anche se rimane in ballottaggio con Akpa Akpro: «Nelle prime due gare ho privilegiato la solidità della squadra, ma questo non vuol dire che il nostro numero 10 non sia importantissimo». Ora però in rosa c’è anche il sostituto: «Basic non potrà essere inserito come Pedro. Non parla la lingua, viene da un altro campionato. Può fare su entrambi i lati la mezzala di inserimento». Servono più titolari con tre competizioni per la Lazio: «Con l’aggiunta della Conference, l’Europa League sale di un gradino. Infatti, il nostro girone non è abbordabile sin dall’inizio, ma ci metteremo il massimo impegno». Al Chelsea questa umiltà lo ha portato in trionfo. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA