Abolite subito il replay a colori. Sarri aveva giurato a se stesso di non voler mai più guidare una rosa che non potesse rispondere ai suoi schemi. Invece, al momento, ci risiamo dopo due anni. Aveva riflettuto a lungo prima di accettare la Lazio perché voleva precise garanzie sugli acquisti e per non pentirsi. Dietro non c’erano capricci, ma la necessità di avere caratteristiche specifiche per poter esprimere il suo calcio e non ripetere certi errori bianconeri. Mau a Torino si era adattato alla Juve di Allegri e non era così riuscito a trasmettere le sue idee e la sua filosofia a certi giocatori. Invece così a Formello la storia rischia di ripetersi, per questo Sarri ha cominciato da settimane a sbattere i piedi. Lo sta facendo lontano dai riflettori, ma ha già espresso direttamente i suoi malumori. Non c’è più tempo dopo due ritiri, il Comandante non ha intenzione d’iniziare questo campionato con la Lazio d’Inzaghi. Ieri pomeriggio ha ripreso a Formello la preparazione, è già tornato a martellare i suoi ragazzi, a sfinirli sui movimenti, ma il Sarrismo ha urgente bisogno di innesti mirati.
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INFERMERIA QUASI VUOTA
Intanto ieri ha ritrovato in campo Luis Alberto e Akpa Akpro (affaticamento muscolare per lo spagnolo, botta contro il Twente per il franco-ivoriano) alla ripresa degli allenamenti. Assente invece Danilo Cataldi, alle prese con una forte contrattura al retto femorale ormai da diversi giorni. Regolarmente in gruppo Fares, ufficialmente tagliato fuori dal ritiro a Marienfeld per aver smarrito durante le vacanze i suoi documenti, ma in realtà bocciato ad Auronzo da Sarri. È uno degli esuberi di lusso per cui con Tare sono emerse le prime frizioni.
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