Lazio, a Formello è tempo di dossier: «Di Bello e Banti, ancora voi...»

Lazio, a Formello è tempo di dossier: «Di Bello e Banti, ancora voi...»
di Alberto Abbate
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Lunedì 22 Novembre 2021, 00:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 09:37

Riemergono i fantasmi arbitrali del passato. Ma stavolta sono Sarri e il suo staff a storcere il naso. Ieri hanno rivisto insieme la partita contro la Juve su un maxi-schermo, nessuno riesce ancora a darsi pace per l’arbitraggio. Non solo per quell’episodio chiave al 23’: «Quello che Gasperini chiama rigorino e danno solo nel campionato italiano», le parole di Sarri a fine incontro. Furioso perché, secondo lui, non c’è nessun «chiaro ed evidente errore» per poter andare a rivedere lo scontro fra Cataldi e Morata tre minuti dopo: «Di Bello lo aveva visto, il Var ha fatto una follia e lo ha richiamato». Solo che ieri era ancora più arrabbiato e sospettoso perché gli hanno fatto notare come sabato al Var ci fosse Banti, uno che secondo i biancocelesti dal 2011 ha un conto aperto con la Lazio. Partì tutto in una sconfitta a Livorno, poi gli errori al San Paolo: un pallone calciato da Brocchi finito dentro la porta ma sfuggito all’arbitro, il rigore per il Napoli e l’espulsione di Biava, oltre alla rete (contestata) del 4-3 al 90’. In palio, in quella gara, c’erano i punti per la Champions. In un derby polemiche per la mancata espulsione di Strootman, in un Lazio-Inter venne espulso Inzaghi per proteste dopo un rigore non concesso a Keita, ammonito invece per aver simulato. Di sabato scorso, quello che ancora non va giù a Sarri è la diversità di trattamento: «Perché rivedere col fermo immagine solo Cataldi su Morata e non la spinta su Pedro, dieci minuti dopo?». Il tecnico è stato anche ammonito per le proteste col quarto uomo per un intervento di Milinkovic su McKennie, sanzionato da Di Bello: «Al di là degli episodi, la conduzione arbitrale è stata un disastro ed è meglio che non dica altro. C’è un intervento uguale su Lazzari, su cui non è stato nemmeno fischiato il fallo». Dopo l’analisi video di ieri, Sarri considera quasi «chirurgiche» le sanzioni a Hysaj, Raul Moro e Milinkovic, in alcune delle azioni più pericolose dell’incontro. 

POLEMICA

Si è beccato il giallo, Luis Alberto, ed il giorno dopo non risparmia la frecciata: «Avremmo meritato di più contro la Juve e possiamo andare avanti a testa alta, anche se alcune cose discutibili hanno cambiato il corso della partita. Continuiamo a lottare per centrare l’obiettivo Europa». A Formello si sentono ancora scottati dalle stagioni in cui la corsa alla Champions venne condizionata, con diversi episodi dubbi. Proprio Di Bello venne fermato per un turno l’anno scorso dopo aver trascorso una brutta serata in Napoli-Lazio al Maradona, in particolare per aver convalidato il 2-0 nonostante lo stop di mano di Mertens. A maggio del 2017, siamo in era pre-tecnologia, Di Bello era arbitro di linea e cadde come Orsato nella simulazione di Strootman, concedendo il rigore alla Roma per un fallo di Wallace, in realtà a un metro dal centrocampista giallorosso. Il fischietto di Brindisi, nel novembre dello stesso anno, era il var della sfida tra Lazio e Torino e non richiamò Giacomelli per il fallo di mano di Iago Falque, ma per il duro faccia a faccia di Immobile (poi espulso) con Burdisso in area. Ieri a Formello, Sarri ha spulciato la cronistoria. Già da inizio campionato, si è convinto che la società biancoceleste non sia troppo “amata” in Italia. Non ha mai mandato giù la sua espulsione a San Siro contro il Milan, figuriamoci questa prima sconfitta casalinga. 
 

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