Italia-Inghilterra, le pagelle: Chiesa (8,5) uno contro tutti, Jorginho il professore (9). Mancini (10)

Italia-Inghilterra, le pagelle: Chiesa (8,5) uno contro tutti, Jorginho il professore (9). Mancini (10)
Italia-Inghilterra, le pagelle: Chiesa (8,5) uno contro tutti, Jorginho il professore (9). Mancini (10)
di Alessandro Angeloni
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Lunedì 12 Luglio 2021, 00:54 - Ultimo aggiornamento: 11:38

dal nostro inviato
LONDRA Doveva andare così, in casa loro. L’Italia è arrivata fino in fondo, ha divertito, ha sognato e, sì, alla fine ha trionfato, per pochi metri, undici, come con la Spagna. Comunque vada sarà un successo, si diceva nei giorni scorsi. Alla fine lo è stato. Eccome. L’artefice di questa bella creatura azzurra, è Roberto Mancini. Il ct amato; il ct buono; il ct bello e capace. E il suo gruppo. Mancio ha scelto senza se e senza ma, nel bene (ha creduto in Verratti anche se era infortunato, ad esempio) e nel male (ha dovuto lasciare a casa un effervescente Zaniolo, che ha corso inutilmente verso un Europeo che non era pronto a giocare).

Ha scelto i suoi e ha regalato spiccioli di presenza a gente che nel gruppo conta e ha contato, per motivi diversi. Solo Meret (voto 6 di fiducia) è rimasto a secco, è il terzo e ci sta. Gli altri hanno partecipato da dentro, chi più e chi meno. Per farli sentire coinvolti, sin dal principio. Ed ecco che abbiamo visto via via diventare grandi all’improvviso gente come Pessina che come entra fa gol, come Locatelli, che ha sostituito il convalescente Verratti nelle prime partite. Abbiamo visto Acerbi (7), fondamentale quando è mancato Chiellini e così anche Toloi (7), utile in più ruoli. Abbiamo visto Bastoni (6,5), che di futuro in Nazionale ne scriverà, perché è bravo e ricorda Materazzi, un campione del mondo. Abbiamo goduto poco, Florenzi (voto 6,5), che si è fatto male subito ma che il suo contributo lo ha dato valorizzando il gruppo, che non ha mai mancato di supportare. Minuti sparsi qua e là anche per Cristante (7), che lo ricorderemo la sera di Monaco, quarto di finale con il Belgio, quando si è chinato e ha stretto tra le sua mani il viso lacrimoso di Spinazzola, a terra per la rottura del tendine di Achille. E che dire di Spina, è qui a Londra con tutta la squadra, senza più lacrime ma con quel sorriso che lo ha sempre contraddistinto.

Ha il gesso, le stampelle, è seduto su un palchetto sotto la tribuna centrale di Wembley, accanto a Daniele De Rossi e agli altri dello staff azzurro. E poi in campo per i rigori.

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I voti

Gianluigi Donnarumma 9,5

Si è quasi riposato nelle tre gare del girone, poi ha dato il meglio di sé. La parata spot di questo Europeo, quella su de Bruyne nei quarti di finale di Monaco. E sui rigori, poi.

Giovanni Di Lorenzo 8

Veloce anche nel diventare titolare. Napoli gli ha regalato un po’ di sfrontatezza, non ha mollato un centimetro. Peccato per l’ultima, un po’ sofferta.

Leonardo Bonucci 9

Un senatore, un leader, un goleador. Sa fare tutto, difendere e occupare l’area avversaria. Mancini gli chiederà di accompagnarlo anche in Qatar. Dategli torto, eh.

Giorgio Chiellini 8,5

Quello sguardo lamentoso, visto dopo l’infortunio contro la Svizzera ha gettato ansia nel gruppo. Se si ferma il capitano sono dolori. E infatti si è fermato solo contro Kane.

Leonardo Spinazzola 8,5

Spina è l’uomo che va citato, anche se a Wembley era in tribuna. Il miglior terzino dell’Europeo fino ai quarti di finale. Poi il colpo. Un buco nel cuore. Per tutti.

Nicolò Barella 8,5

Il piccolo gigante del centrocampo, ruba il pallone e pedala in avanti. Dritto per dritto. Crolla sul più bello, nello stadio dei sogni. Restano le qualità e un Europeo su di giri.

Jorginho 9

La finale la gioca da claudicante, l’Italia ne soffre. Resta l’ottimo torneo che questo ragazzo poco brasiliano e molto italiano ci ha regalato. Dicono sia da Pallone d’Oro. Forse sì.

Marco Verratti 8

La sua danza sul pallone si ferma in questo stadio meraviglioso e pieno di passione. Un mese con qualche picco e un po’ di bassi. L’infortuno ha pesato, specie all’inizio.

Federico Chiesa 8,5

E all’improvviso, l’Italia trova Fede. Parte in panchina per “colpa” di un ottimo Berardi, poi Mancini lo lancia e non se ne pente. C’è stato quando la posta in palio si è alzata. Grandioso.

Ciro Immobile 7,5

Criticato anche troppo. Qualcosa è andato storto, specie dagli ottavi in su. Ciro ha continuato a combattere, il ct gli ha dato fiducia. E questo Europeo è anche suo, senza dubbio.

Lorenzo Insigne 8,5

Resta quella perla contro il Belgio. Gli è mancata la grande vittoria per salire la scala dei grandi. Lui che è così piccolino. Per Mancini resta un gigante, a cui dà una delle prime maglie.

Emerson Palmieri 7,5

Sostituisce Spinazzola con dignità, pur non toccando quei livelli. Nella “sua” Londra avrebbe voluto fare una figura migliore, visto che in Premier lo hanno visto poco. Tornerà in Italia.

Domenico Berardi 7,5

E’ partito in tromba, rubando il posto a Chiesa, poi si è alzato un po’ il livello ed è tornato nei ranghi. Ma Mancio lo considera e fa bene. Lui può crescere ancora.

Federico Bernardeschi 7,5

La sua figura in Nazionale è all’opposto di quella che ha nella Juve: qui è considerato, in bianconero meno. Partecipa come un titolare, pur non essendolo. Senza fare polemiche.

Matteo Pessina 8

Un incursore, sì sa fare gol; una mezz’ala, sa anche difendere. Ha la faccia pulita e un po’ di audacia. Ed ecco che pure lui si merita un posto tra gli eletti della compagnia.

Manuel Locatelli 8

Lui sì, all'Olimpico ha vissuto notti magiche. I gol, le prestazioni eleganti. Pensava che quel posto non lo avrebbe più perso, invece anche la panchina lo farà crescere. Decisivo.

Roberto Mancini 10

Undici giugno, 11 luglio: un mese in cui l’Italia è tornata a colorarsi di azzurro, quando solo lui - e pochi altri - credeva di poter arrivare in finale. Obiettivo centrato, lui è un vincitore. E piange. Di gioia.

 

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