L'appello di Infantino: «Pagate il giusto per i diritti del calcio femminile»

Il presidente Fifa fa un appello alle Tv dei grandi Paesi: «Offerte bassissime, noi non svenderemo le partite dei Mondiali donne»

Gianni Infantino, presidente della Fifa
Gianni Infantino, presidente della Fifa
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Martedì 2 Maggio 2023, 18:51 - Ultimo aggiornamento: 19:00

Pagate il giusto per il calcio delle donne. In nome della parità, Gianni Infantino, presidente della Fifa, ha rinnovato l'appello alle tv mondiali perché offrano un giusto prezzo per i diritti dei Mondiali femminili, in programma in Australia e Nuova Zelanda la prossima estate. Molte tv, specie
quelle europee, non hanno ancora comprato i diritti tv, in considerazione del fuso orario che farà giocare nella notte europea molte delle partite.

Il tweet

«Oggi ho ripetuto il mio appello alle emittenti affinché paghino un prezzo equo per i diritti mediatici della Coppa del mondo femminile 2023», il messaggio
via twitter del presidente Fifa. La Federazione mondiale ha fatto la sua parte, portando il montepremi a 152 milioni di dollari, triplicando l'importo pagato nel 2019 e dieci volte di più rispetto al 2015. «Tuttavia - prosegue Infantino -, le
offerte delle emittenti, principalmente nei paesi europei Big 5 (Italia, Francia, Gerania, Spagna, Inghilterra), sono ancora molto deludenti e semplicemente non accettabili, soprattutto considerando che il 100% di tutte le quote per i diritti pagate andrebbe direttamente nel calcio femminile, nella nostra scelta di promuovere azioni verso la parità di condizioni e retribuzione».

L'audience

Infantino sottolinea che «le cifre di ascolto della Coppa del mondo femminile sono al 50-60% di quella maschile, che a sua volta sono le più alte di qualsiasi evento, eppure le offerte delle emittenti nei paesi europei «Big 5» è da 20 a 100 volte inferiore a quella del Mondiale maschile». In sostanza, Infantino fa notare che per i 200 milioni di dollari pagati per il Mondiale uomini, ne vengono offerti 10 milioni per le donne. Questo è uno schiaffo a tutte le grandi giocatrici del Mondiale e a tutte le donne del mondo». «Per essere molto chiari, è nostro obbligo morale e legale non svendere la Coppa del Mondo femminile - conclude Infantino - Pertanto, se le offerte continuano a non essere eque, nei confronti delle donne e del calcio femminile, saremo costretti a non trasmetterla nei paesi europei Big 5. Chiedo, quindi, a
tutti i giocatori (donne e uomini), tifosi, funzionari di calcio, presidenti, primi ministri, politici e giornalisti di tutto il mondo di unirsi a noi e sostenere questo appello per un'equa remunerazione del calcio femminile. Le donne lo
meritano».

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