Roma, il futuro di Fonseca dipende dall'Europa League

Fonseca
Fonseca
di Ugo Trani
3 Minuti di Lettura
Martedì 7 Luglio 2020, 09:30
L’Europa League e basta. Fuori dalla corsa Champions, Fonseca vive ormai per la coppa di consolazione. Quella di oggi, da conquistare con il piazzamento in campionato, e l’altra di agosto, dove ripartirà dal match secco degli ottavi contro il Siviglia. Lontano da Gasperini e dall’Atalanta, con il 4° posto distante 15 punti (anzi 16), e raggiunto da Gattuso e dal Napoli, con i giallorossi ancora al 5° grazie alla favorevole differenza reti (i partenopei, avendo vinto la Coppa Italia, sono già qualificati per la prossima edizione del torneo continentale), il portoghese si deve guardare alle spalle: il Milan è a -2, ha il vantaggio degli scontri diretti, e Pioli, prima di andarsene, in caso di sorpasso lascerebbe il fastidio dei preliminari proprio a Paulo. Che, inutile continuare a far finta di niente, è in tilt. Irriconoscibile. Anche per chi, avendolo sempre sostenuto da Boston o nella Capitale, comincia ad avere qualche dubbio sulla sua gestione. Dire che sia in bilico o in pericolo è esagerato, ma la sua posizione non è più solida fino a qualche giorno fa. Il tweet di Pallotta, piombato d’incanto sabato alla vigilia della gara al San Paolo, non è sufficiente a mettere al riparo l’allenatore dall’imprevisto ribaltone. La panchina sarà, comunque, sotto osservazione nelle partite di mercoledì, all’Olimpico contro il Parma, e di sabato, trasferta di Brescia. La Roma deve ripartire dopo i 3 ko consecutivi (sono 12 le sconfitte in 40 partite stagionali, 10 su 30 in serie A e 8 nelle 13 del 2020), il rendimento nel nuovo anno e soprattutto dopo la pausa di 115 giorni è da zona retrocessione. 

SOLUZIONE TAMPONE
Trigoria o viale Tolstoj, è uguale: la linea è la stessa. Qui nessuno vuole prendere in considerazione il cambio in corsa. Ingaggiare il 9° tecnico in 9 stagioni dell’éra Usa inciderebbe anche sulla trattativa che Pallotta, in prima persona, sta portando avanti da qualche settimana (dopo il no all’offerta al ribasso di Friedkin: 575 milioni). Il presidente, e quindi la proprietà, non si può certo impegnare con tecnici ingombranti. Non sarebbe corretto. Se proprio bisogna intervenire, verrebbe promosso a tempo Alberto De Rossi. Perché chi entra come nuovo proprietario deve essere libero di scegliere, dall’allenatore al ds. Ecco perché dalla Capitale spingono il presidente, fino a qualche settimana fa deciso a prendere tempo, a certificare l’avvicendamento prima del via del prossimo campionato, cioè tra fine agosto ed inizio settembre: il bostoniano è in contatto con una cordata uruguayana (gruppo di imprenditori del Sudamerica), ma tiene alto il prezzo. Chiede più di 600 milioni. L’unica proposta concreta, e supportata dalla due diligence completata, rimane quella di Friedkin, come sa bene Pallotta. E anche Fonseca sa che cosa lo aspetta.

DOPPIA CHANCE
Paulo deve pensare al risultato. Sia con il Parma che con il Brescia. I preliminari di Europa League sono meno scomodi del solito: appuntamento il 22/23 settembre, 10 giorni dopo l’inizio della serie A. Meglio, però, evitarli, rispondendo all’assalto del Milan. Il Verona, con 6 punti di ritardo, non dovrebbe preoccupare il portoghese che, pur dovendo fare punti in campionato per mettere in sicurezza la panchina e il piazzamento, lavorerà in queste ultime 8 partite per essere protagonista ad agosto nella fase finale del torneo continentale. Basta pensare a Zaniolo che, assente da 175 giorni e in rodaggio, è stato schierato al minuto 21 della ripresa sul punteggio di 1-1 e quindi con la partita ancora aperta. Solo 2 minuti prima Gattuso aveva inserito Mertens, miglior marcatore della storia del Napoli. Fonseca guarda soprattutto al domani. Anche se del presente non ha certezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA