Eriksen choc, il cuore si ferma ma dall'ospedale dice ai compagni: «Tornate a giocare»

Eriksen choc, il cuore si ferma ma dall'ospedale dice ai compagni: «Tornate a giocare»
Eriksen choc, il cuore si ferma ma dall'ospedale dice ai compagni: «Tornate a giocare»
di Alessandro Angeloni
4 Minuti di Lettura
Domenica 13 Giugno 2021, 08:51 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 15:39

Al minuto 42:08 del primo tempo di Danimarca e Finlandia si sfiora la tragedia. Christian Eriksen perde i sensi, gli occhi volteggiano, lui crolla a terra. Infiniti attimi di paura, terrore negli occhi di tutti. Non un contrasto, non un impatto, nessun fallo: arresto cardiaco. Il crollo, così, ricevendo una banale palla da fallo laterale, battuto dal compagno di squadra Joakim Maehle: italiani vicini, uno gioca nell'Inter e uno nell'Atalanta. Mani nei capelli, occhi lucidi in campo, tra i giocatori, e sugli spalti, tra i tifosi di Danimarca e Finlandia.

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Circa un minuto dopo, al 43:10, entra sul terreno di gioco la barella con medici e soccorritori, l'interista viene sottoposto immediatamente a massaggio cardiaco, poi respirazione bocca a bocca.

Quindi arriva il defibrillatore, come tentativo estremo di rianimarlo, lui sempre a terra e ancora privo di sensi. Corsa contro la morte e per la vita, il mondo ha il fiato sospeso, l'Europeo è mosso dalla grande paura. Sui social sfilano messaggi di solidarietà. Una preghiera comune. Un cuore si è fermato.


LO SCATTO
Una foto spezza gli attimi angoscianti: si vede Eriksen in barella, con l'ossigeno in bocca e una mano che gli copre la fronte. Gli occhi sono aperti. Sono gli occhi della vita, è lo scatto della speranza. Si prega per il miracolo. Eriksen nel frattempo, mentre l'arbitro sospende la partita e i calciatori abbandonano il campo, viene trasportato immediatamente al Rigshospitalet di Copenaghen. Sedato e in terapia intensiva. Via via, in mezzo al dramma, arrivano informazioni sul suo stato di salute, mentre la moglie, Sabrina, era in campo, consolata dai giocatori della Danimarca, specie dal capitano Kjaer e dal portiere Schmeichel, un omone con il pianto negli occhi. Tutti, osservando le ansiose immagini, hanno pensato al peggio. Troppe lacrime, tanta angoscia. L'Europeo della ripartenza e del ritorno alla normalità, rischiava di diventare il palcoscenico della tragedia. Un megafono del Parken riferisce che Christian è stato stabilizzato e arriva un boato di tutti gli appassionati presenti allo stadio, tifosi danesi e finlandesi urlano il nome di Eriksen. Ma la situazione continua ad essere monitorata e nel frattempo giungono altre informazioni, sempre più incoraggianti. Il fiato è un po' meno sospeso. Un'ora dopo l'incidente, ore 19,45, la notizia che tutti speravano di sentire: Eriksen è fuori pericolo, ma resta in ospedale per ulteriori accertamenti. Per capire, perché il cuore ha ceduto. Ora cosa gli regalerà la vita non lo sappiamo, non sappiamo se avrà la possibilità di tornare a giocare o meno, forse no. Fabrice Muamba, ad esempio, ai tempi del Bolton, ebbe un infarto e ha rischiato la vita, giocando: un'ora e 18 minuti senza conoscenza, era stato sottoposto anche lui a massaggio cardiaco e defibrillatore. Miracolosamente Muamba si è ripreso, senza riportare danni cerebrali, ma è stato costretto al ritiro.

 


EPPUR SI GIOCA
La partita tra Danimarca a Finlandia, dopo le notizie confortanti che arrivavano dall'ospedale e per richiesta dei giocatori spinti dallo stesso Eriksen, («tornate in campo per me») )riprendono a giocare, alle ore 20.30. Cinque minuti per finire il primo tempo interrotto, altrettanti minuti di intervallo, poi la ripresa. Un segnale di vita. Un po' meno di normalità. Una gara che risente delle emozioni delle due ore precedenti, ma pure sempre partita è, che vale per la classifica del Gruppo B. Sarà forse un caso che la Danimarca fallisce con Hojbjerg il rigore dell'1-1. Il vantaggio finlandese era stato firmato da Pohjanpalo. L'Uefa nomina Eriksen man of the match, augurandogli pronta guarigione. E lui la sera, nella chat dell'Inter, regala parole definitivamente tranquillizzanti: «Sto bene, grazie a tutti». Per fortuna.
 

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