Lazio, Sarri presenta la sfida con l'Inter: «Inzaghi non va cancellato. Il terzino? Sceglierlo non è il mio lavoro»

L'allenatore biancoceleste non ha fretta: «Le prossime partite ci daranno giusto dei segnali, ma noi siamo come un maratoneta che dovrà fare 38 tappe, non 5. Ballottaggi? Non faccio rotazioni programmate».

Lazio, Sarri presenta la sfida con l'Inter: «Inzaghi non va cancellato. Il terzino? Sceglierlo non è il mio lavoro»
Lazio, Sarri presenta la sfida con l'Inter: «Inzaghi non va cancellato. Il terzino? Sceglierlo non è il mio lavoro»
di Valerio Marcangeli
5 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Agosto 2022, 17:03

Dopo Inzaghi è toccato a Sarri presentare il match di domani. La Lazio ospiterà l'Inter in quello che sarà il primo ostacolo importante della stagione, ma il Comandante non si è tirato indietro: «Loro sono tra le favorite, ma noi ce la vogliamo giocare». Il tecnico si attenderà una squadra arrabbiata pronta a fare risultato. Ecco come ha parlato del match in conferenza stampa a Formello.

Che prova si aspetta dalla difesa?

«Parlare solo di compiti della linea difensiva è riduttivo. Loro in questo momento forse sono i più forti in Italia, sia tecnicamente che fisicamente, perciò sarà una gara difficilissima. Dipenderà da tutta la squadra, ora siamo a un livello superiore e spero che la squadra saprà confermarsi sul livello di attenzione delle ultime partite».

Le palle inattive possono essere un pericolo? E sulle rotazioni...

«Io non faccio rotazioni programmate. Le faccio in base alla stanchezza e agli allenamenti, ma programmare oggi per quello che succederà tra dieci giorni è un errore. Verranno naturali quando i giocatori usciranno acciaccati dalle partite. Inutile guardare così avanti, meglio partita dopo partita.

L'altezza dell'Inter è un problema per tutte le squadre che l'affrontano. Hanno giocatori che calciano pericolosamente e dovremo tenere questo aspetto in considerazione».

L'Inter è la favorita per lo scudetto?

«Sicuramente è tra le grandi favorite. Ha un valore assoluto elevatissimo e anche lo scorso anno era l'assoluta favorita, poi però si può perdere per dei dettagli o dei particolari».

Su Inzaghi...

«Io penso che era tra i migliori già alla Lazio. Lui era già tra i sei o sette migliori d'Italia e ora entrerà nel novero di un numero ancora più ridotto».

Sull'equilibrio...

«Gli uomini che si hanno a disposizione determinano il modo di giocare. Il mio Napoli aveva una qualità di palleggio difficilmente ripetibile. Noi non avendo quella qualità dobbiamo andare su altre soluzioni. Abbiamo un attaccante che è forte in area e in profondità e dobbiamo adattarci a lui perché determina una stagione».

Sarà una partita da pronostico aperto?

«Noi nelle due partite dello scorso anno abbiamo dimostrato di poterci stare dentro, poi loro hanno fatto vedere di essere un pochino avanti a noi, ma ce la giochiamo».

Sulle tante partite ravvicinate...

«Le prossime partite ci daranno giusto dei segnali, ma noi siamo come un maratoneta che dovrà fare 38 tappe non 5».

La fase offensiva lo preoccupa?

«Ci è mancata un po' di brillantezza e penso che sia abbastanza normale, ci sono ruoli in cui se la gamba va a 31 anziché 32 all'ora ti può fare la differenza. Alla fine a Torino abbiamo avuto sei palle gol. Ora ci manca un po' di concretezza e può essere dipenda da un pizzico di brillantezza che non abbiamo».

Che caratteristiche sceglierebbe per un terzino sinistro?

«Non lo devo scegliere io, c'è chi lo fa di lavoro».

Si sente felice di aver fatto dimenticare Inzaghi?

«Penso che non si debba cancellare nessuno quando qualcuno fa bene. Va ricordato con stima e affetto, il mio compito è quello di fare risultati e comportarmi nella maniera giusta».

Sul mercato...

«Pensiamo alla partita in questo momento. Io sono preoccupato per voi perché tra qualche giorno finisce il mercato e non so di cosa parlerete. Almeno inizieremo a parlare di calcio».

Su Felipe Anderson: ha perso l'estro per applicarsi in fase difensiva?

«Pensare a un calciatore che si applica e perde estro in fase offensiva mi sembra un volo pindarico difficile. Si tratta di un momento che ogni tanto ha, giustificato dalla fase della stagione, ma l'applicazione difensiva non ti può snaturare in fase offensiva. Quando sento che un attaccante segna poco perché pressa tanto penso che sia una caz****. Ora gli manca un pizzico di brillantezza per accendersi, ma la troverà sicuramente perché ci ha abituato a fare partite eccezionali».

Su Basic...

«Col Bologna ho dovuto fare una scelta tattica, non potevo rinunciare a Milinkovic e Cataldi e quindi, ripeto, è stata una scelta tattica, non c'entrano le prestazioni del ragazzo. Lui è un buon giocatore che ha iniziato col piglio giusto. Mi sembra cresciuto a livello di personalità e iniziativa. Lo vedo più presente. Il periodo di cambiamento lo ha pagato e credo sia pronto per un'evoluzione positiva».

Sulle polemica dello scorso anno...

«Abbiamo segnato un gol giusto per regolamento e anche a livello morale, bastava che non tirassero in porta loro. Quello che fa l'Inter non mi interessa, non so se siano arrabbiati o meno, mi aspetto invece una Lazio arrabbiata».

Si aspetta mosse a sorpresa da Inzaghi a centrocampo? E su Vecino...

«Non mi aspetto mosse perché per me son caz****. Se un giocatore fa bene è una mossa se fa male è una cavolata. Non mi riguardano nel mio modo di pensare calcio. Poi se per mossa si intende scelgiere in base alle caratteristiche degli avversari, allora l'unica che mi aspetto è Gagliardini. Vecino ha fatto una partita ordinata, ha fatto benino, ma in questo momento è difficile prenderne di più. Lui è stato con me diversi anni fa, ha fatto una preparazione da solo in Uruguay. Però mi è piaciuto molto come si è proposto alla squadra e al gruppo».

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