Con l'arrivo di Dazn il calcio in rete esce dal salotto

Con l'arrivo di Dazn il calcio in rete esce dal salotto
di Piero Valesio
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Domenica 28 Marzo 2021, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 29 Marzo, 09:35

C’è un romanzo, uscito da poco in Italia ma che in Francia, oltre a vincere il Goncourt, ha venduto uno sproposito, intitolato “L’Anomalia”. Tranquilli, non segue spoiler. Diciamo che tutta la trama muove da ciò che succede in un microsecondo, o forse meno. Uno di quegli attimi in cui la realtà decide di andar di qui o di là: o forse da entrambe le parti, solo che noi ne avvertiamo soltanto una, quella cui apparteniamo. Nell’attimo c’è tutto. Il gol, per sua natura, è il simbolo dell’attimo. E se arriva agli occhi di chi guarda un nanosecondo prima o dopo cambia tutto. E allora eccola già servita la trama del prossimo fanta-thriller che qualcuno potrà avere la voglia di scrivere, ecco l’anomalia calcistica: che succederà davvero in quel nanosecondo che intercorrerà fra il momento in cui ci sarà un gol per un spettatore che sta guardando una partita di campionato in streaming su Dazn godendo in una connessione iperveloce e quello dello stesso gol visto da uno collegato con una connessione più lenta? Quali scenari fantascientifici si possono immaginare?
Interrogativi non nuovi ma di gran moda nella nuova era. Certo è che oltre al cambio di “strumento” di fruizione (la banda larga in luogo del satellite) siamo alla vigilia pure di un cambio di linguaggio. Dal “Club” di Sky dopo l’ultimo incontro passeremo “AI” club. Nel senso che il focus di Dazn sarà assai più quello di creare ambiti dove il tifoso possa trovarsi nella sua casa madre e con i suoi simili che non sedere ex catedra a analizzare situazioni in nome dell’essere super partes. Il che muterà presumibilmente anche le parole con cui il calcio verrà raccontato.
LA SVOLTA
Siamo al momento in cui il tifoso trancia l’ultimo cordone ombelicale con i padri? Da Carosio, Martellini, Ameri, e perfino da Biscardi fino a Caressa: tutti padri della comunicazione dell’evento sportivo sono destinati a essere relegati nel passato, soppiantati dalla possibilità di ogni utente di diventare un “padre nobile” in proprio, allestendo non solo il palinsesto ma addirittura cosa osservare di una singola partita?
Chi vivrà vedrà, siamo solo all’inizio. Domanda a latere: in un paese dove l’età media è avanzata e la versatilità tecnologica non è un patrimonio diffuso, esiste (e se c’è quanto è grande?) un pubblico che è pronto per non avere più dei “padri” del racconto sportivo ai cui commenti puoi aderire in forma anche solo personale? Corriamo forse il rischio che la svolta “giovanilista” che il campionato in streaming comporterà lasci per strada molti che non solo non hanno intenzione di cimentarsi con la fibra; ma che magari affidavano ai padri di cui sopra il loro relax mentale post-coitum calcistico?
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
La situazione è complicata ed affascinante.

La sensazione è che alla fine ci adatteremo ai nuovi linguaggi con un certo agio. Anche senza padri: e non dite che in fondo la svolta sarà verso un matriarcato vista la presenza della Leotta come volto di Dazn. Piuttosto guardiamo ancora più avanti. E se il prossimo step dovesse essere non solo di “personalizzare” commenti e highlights ma anche l’esito delle partite? E se un’intelligenza artificiale, in un futuro in cui il passaggio da Sky a Dazn susciterà le stesse vibrazioni di quelle che oggi suscita in noi il ricordo dell’avvento della tv alle Olimpiadi di Berlino nel ’36, dovesse trasmettere ai neuroni le sensazioni che essi desiderano? E se, come in un film di Wenders ognuno dovesse camminare non più con la radiolina in mano ma un chip nella testa che gli mostra ciò che il suo inconscio vorrebbe vedere? Cioè una vittoria invece di una sconfitta? E se….

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