Roma, Mourinho: «Il mercato è ancora aperto, ma non mi aspetto nulla. Veretout resta»

Roma, Mourinho: «Il mercato è ancora aperto, ma non mi aspetto nulla. Veretout resta»
Roma, Mourinho: «Il mercato è ancora aperto, ma non mi aspetto nulla. Veretout resta»
di Gianluca Lengua
6 Minuti di Lettura
Sabato 22 Gennaio 2022, 16:05

José Mourinho non molla la presa su Tiago Pinto e manda messaggi ai naviganti: «Io non mi aspetto qualcosa di più, ma il mercato è aperto». Contro l’Empoli torneranno Smalling ed El Shaarawy: «Chris è disponibile per giocare, se deve giocare, giocherà». Ecco la conferenza stampa integrale. 

I sette minuti con la Juventus e il primo tempo con il Lecce confermano che il gruppo è ancora immaturo. Ha una soluzione in mente?

«Prima di tutto un abbraccio alla famiglia di mister Di Marzio. Ricordo benissimo i momenti in cui non siamo stati bene, per me è più facile parlare dei momenti in cui siamo stati bene come i 70 minuti con la Juve e il secondo tempo con il Lecce. La partita con la Juve è già lontana, due settimane nel calcio sono tanto tempo. Non ci nascondiamo dietro le scuse e abbiamo parlato abbastanza di quella partita.

Contro il Lecce la responsabilità del primo tempo è mia. Quando uno pensa alla prossima partita e non a quella che sta giocando, di solito non aiuta la sua squadra. Quando la squadra è abituata a giocare in un certo modo, o con due attaccanti o con un 10 dietro l’attaccante d’area e poi gioca con tre centrocampisti tutti sulla stessa linea, la colpa è mia. Avevo consapevolezza di questo già prima della partita e avevo in panchina altri giocatori che mi hanno aiutato a cambiarla». 

A che punto è il recupero di Smalling? 

«Sta bene, magari non benissimo, ma sta bene. Si è allenato con la squadra due giorni, lo ha fatto anche il giovedì senza la squadra. Si è allenato anche a casa. È disponibile per giocare, se deve giocare, giocherà. In questo momento abbiamo tutti e quattro i difensori centrali a disposizione. Anche Kumbulla non era un giocatore che aveva la mia fiducia totale, l’ha conquistata con lavoro e umiltà». 

Abraham è sulla scia di giocatori importantissimi, quanti margini di crescita ha? Dove può arrivare?

«Dove possiamo arrivare noi con lui e dove può arrivare lui con noi. Sta facendo bene, nonostante il cambio di cultura calcistica. I numeri sono lì, sono numeri con tanti pali che si potevano trasformare in più gol. Onestamente mi aspetto di più, ha margine per migliorare. Non solo a livello numerico, ma anche qualitativo. Giocando in ogni partita mi aspetto sempre di più. Siamo tutti insieme e speriamo che la crescita delle individualità sia insieme alla crescita di squadra». 

Quante squadre in Italia hanno una rosa migliore della Roma?

«Penso che la classifica dica la realtà. Le prime squadre hanno un potenziale strutturale di rosa e numeri e per qualche ragione sono lì. Con delle evoluzioni possiamo arrivare lì, ma va visto anche il tempo di costruzione delle rose». 

Una settimana fa aveva detto che il mercato in entrata della Roma era chiuso, è cambiato qualcosa? Ci saranno altre cessioni?

«Forse ho sbagliato a dire che era chiuso, il mercato fino al è 31 aperto. Poi, io non mi aspetto qualcosa di più, ma il mercato è aperto. Per quanto riguarda le cessioni sembra che un giocatore ogni volta che va in panchina o gioca meno debba essere ceduto, se è così è complicato. Veretout è stato in panchina una partita ed è già in vendita, Perez gioca ed esce al minuto 45 ed è già per andare via. I giocatori che sono andati via come Villar, Mayoral, Reynolds e Calafiori erano parte di un progetto, di una strategia di struttura della nostra squadra. In questo momento penso che la rosa che abbiamo rimarrà fino a fine campionato. Abbiamo cambiato giocatori che hanno pochi minuti, per due giocatori che in due partite ne hanno fatti di più di loro quattro in sei mesi. Questa è una strategia di una struttura della rosa. Sergio ci dà opzioni a centrocampo, Maitland dà protezione Karsdorp e Vina. Per questo sono contento, perché si potevano fare il 31 di gennaio e lo abbiamo fatto il 10. Perez ha giocato come titolare 8/9 partite, abbiamo bisogno di una rosa e non di gente che esce». 

Il gol incassato contro il Lecce è responsabilità di Maitland-Niles?

«Per capire bisogna dare credito al Lecce che non ha avuto paura del due contro due a centrocampo. Hanno avuto coraggio e una buona strategia, perché qualche volta si va sempre nella direzione di chi ha sbagliato e non di chi ha fatto bene. Maitland doveva essere al limite dell’aerea, doveva entrare e non lo ha fatto. Sono stati bravi perché al centro trovi un giocatore che entra da fuori senza marcatura».

La gara contro l’Empoli sembra apparentemente facile, ma cosa bisogna fare per ottenere i tre punti? Come sta El Shaarawy?

«El Shaarawy è convocato, Spinazzola e Pellegrini sono fuori. Apparentemente, non esiste. Apparentemente Milan-Spezia 1-2, Milan Empoli in Coppa 2-2 dopo 90 minuti. Questo apparentemente in Serie A assomiglia a quello di Premier League ed è molto buono. L’Empoli sta facendo una stagione fantastica, non solo per punti, risultati e tranquillità nel restare in Serie A, ma anche per qualità del lavoro. Levo l’apparentemente e dico che non sarà facile. Se non si vuole analizzare qualitativamente la rosa, andiamo ai numeri: hanno più di due gol a partita, segnano, sanno giocare, difendono bene, fanno gol in tutte le partite. Nelle ultime 10 solo in una non hanno segnato. Giocano con l’ambizione di vincere e finire il più in alto possibile in classifica. Sono squadre che giocano con tranquillità e rilassate ed è molto più facile giocare così». 

La partita di domani può essere simile a quella di Coppa Italia? Con quattro gol in più la Roma sarebbe sopra l’Atalanta?

«Il Lecce è una buona squadra di Serie B, l’Empoli è una buona squadra di Serie A. Giocano un sistema tattico diverso, l’Empoli gioca con due attaccanti, ha variabilità nei suoi movimenti. Hanno sviluppato un gioco molto sereno. Andiamo lì con l’intenzione di fare un ciclo di vittorie, vogliamo finire questo periodo con tre vittorie consecutivo

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