L'Italia va al "ballottaggio": provato Chiesa titolare, torna Chiellini. Pessina e Locatelli pronti al nuovo exploit

L'Italia va al "ballottaggio": provato Chiesa titolare, torna Chiellini. Pessina e Locatelli pronti al nuovo exploit
di Alessandro Angeloni
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Giovedì 1 Luglio 2021, 07:35

dal nostro inviato
FIRENZE Coverciano è un posto calmo. I giocatori all’interno del centro sportivo di Firenze, sono blindati nel lavoro e nel silenzio. Sbuca Insigne, sorride e passa oltre: si studiano gli avversari, l’allenamento ci sarà nel pomeriggio. Coverciano ha la calma di Jorginho, il professore, la radiolina del gruppo, perché lui non solo gioca (e bene) ma parla, parla, si sbraccia, consiglia. Ma non stanca, perché lo ascoltano tutti. Il centrocampista dell’Italia, nato in Brasile, è azzurro dentro («canto l’inno, mi emoziona: mi ricorda il percorso che ho fatto per arrivare a rappresentare l’Italia», racconta), la Nazionale la sente e se l’è messa sotto l’ala. E Mancini si è affidato alle sue geometrie in questo Europeo e prima ancora nella fase di qualificazione. C’è Jorginho, poi gli altri. Lui contro il Belgio non rischia il posto («io da Pallone d’Oro? Contano le vittorie del collettivo, non del singolo»). Ma di duelli interni ce ne sono, è normale. Duelli-staffette. 
IL PROFESSORE INTOCCABILE
L’Italia va al “ballottaggio” e lui è il presidente di seggio: smista palloni e dispensa saggezza, con Mancini («è un ct che ci trasmette fiducia e serenità») pronto a sciogliere qualche dubbio solo alla vigilia della sfida di domani a Monaco. Non ci aspettiamo rivoluzioni, anzi. Però qualche titolare ha il fiato sul collo, specie di chi a Wembley contro l’Austria, ha rimesso il quarto al centro del villaggio, da riserve, che poi riserve non sono mai. Facciamo sei nomi: Verratti-Locatelli, Barella-Pessina, Berardi-Chiesa. Con cinque cambi a disposizione, molto probabilmente in campo, nei novanta minuti (e oltre) li vedremo tutti e sei. Staffetta, appunto. A centrocampo, Mancini non ne cambierà due su tre. Fermo restando Jorginho, si giocano il posto Verratti con Locatelli (in vantaggio il primo) o Barella con Pessina (sempre il primo in vantaggio). Difficile che l’interista non giochi: per Mancini è quello che più di tutti ha il passo di De Bruyne (se giocherà). Mancio non vuole stravolgere troppo i meccanismi e, come sostiene Jorginho, le caratteristiche di Locatelli e Verratti sono simili, quindi per il professore cambia poco avere vicino l’uno o l’altro. Diverso è il discorso per Pessina-Barella, perché il primo ha maggiore capacità di inserimento (utile anche a partita cominciata o in una eventuale fase critica, un po’ come a Wembley con l’Austria) mentre il secondo è più abile nel recuperare palla e ripartire. Altra staffetta, a destra: tra Berardi, titolare di questa Italia, e Chiesa che è in rampa. Provato ieri tra i titolari lo juventino. Chi rientra quasi sicuramente rispetto a Wambley è Chiellini, l’uomo buono per Lukaku. Il difensore della Juve ha ripreso ad allenarsi regolarmente con i compagni, è pronto. Al fianco del gemello Bonucci. Non ha svolto la partitella, c’era Acerbi. Se sta bene gioca il capitano. 
C’è FLORENZI, CI SONO TUTTI
Tutti a disposizione per la prima volta.

E’ stato reinserito nel gruppo, Alessandro Florenzi. Che domani avrà pochi allenamenti veri sulle gambe e partirà dietro rispetto a Di Lorenzo e Toloi. I dubbi, Mancio, se li tiene ancora per qualche ora, di sicuro ha la possibilità di avere un ct in campo, Jorginho. «Se fossi il ct? Direi solo di rispettare il Belgio ma di sapere che ha punti deboli. Noi credevamo alla vittoria prima di cominciare l’Europeo e oggi non è cambiato il sentimento. Sarebbe un grande errore se pensassimo di aver fatto già qualcosa di grande. Cosa abbiamo più noi degli avversari? La fame». Che a volte fa la differenza. 

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