Allegri a Firenze in Coppa Italia con il dubbio Vlahovic: «Per noi un bel test, Dusan sarà sempre riconoscente verso i viola»

Massimiliano Allegri (54), allenatore della Juventus
Massimiliano Allegri (54), allenatore della Juventus
di Alberto Mauro
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Martedì 1 Marzo 2022, 13:27

La semifinale di andata di Coppa Italia tra Fiorentina e Juventus diventa una questione personale, Vlahovic contro il suo passato, anche se Allegri si concentra sul percorso verso la finale e l’emergenza infortuni in casa Juve. «E’ un bel test per noi, per l’intelligenza e la cultura dei tifosi fiorentini domani dovrà essere una serata di sport e di calcio - spiega Max alla vigilia -. In questo momento le cose che preoccupano sono altre, come la guerra. Per Vlahovic sarà una serata particolare, devo ancora decidere se giocherà o partirà in panchina, possiamo scendere in campo anche senza il centravanti, con due attaccanti più di movimento. Ha giocato tante partite, vediamo. Lui è e sarà sempre riconoscente alla città di Firenze che gli ha permesso di arrivare a giocare alla Juve. Ha dato serenità alla squadra: quando hai un giocatore con quelle caratteristiche il gol si trova».

Fase difensiva

«Con Villarreal, Torino e Empoli abbiamo preso gli stessi gol: bisogna riattivare l’attenzione, perché quando perdiamo paura diventiamo pericolosi. Non percepire il pericolo significa rischiare di prendere gol, le reti dobbiamo subirle quando gli altri sono bravi a farli.

Da qui alla fine del campionato prendere pochi gol significherebbe arrivare tra le prime 4».

Infortuni

«Non sono assolutamente preoccupato, molti infortuni tanti sono traumatici. Abbiamo giocato tante partite. Giovedì Dybala e Bernardeschi torneranno a disposizione, Rugani va molto bene e lo valuteremo. Alex Sandro ne ha ancora per 10 giorni. Zakaria speriamo di averlo a disposizione per il ritorno col Villarreal, Chiellini è ancora fuori. Poi Chiesa e Kaio Jorge sono quelli che rientreranno per ultimi. Bonucci è due giorni che è a completo riposo, a Empoli ha stretto i denti, ha giocato fino alla fine, e bisogna che riposi per forza».

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