Elisa e le altre: storie di mamme che non smettono di vincere

Elisa Di Francisca
Elisa Di Francisca
di Gianluca Cordella
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Lunedì 26 Novembre 2018, 11:00
L’avevamo lasciata sul podio di Rio, a sventolare una bandiera dell’Europa in grado di scatenare un chiacchiericcio politico superiore a quello che la medaglia d’argento appena conquistata avrebbe meritato. L’abbiamo ritrovata sabato, con al collo una medaglia d’oro, metallo che spesso e volentieri si è abbinato ai colori mediterranei di Elisa Di Francisca. Da Rio ad Algeri, dalle Olimpiadi alla coppa del mondo. In mezzo la fiorettista di Jesi ha trasformato la sua vita, diventando, da semplice atleta, una #mammatleta, come ricorda l’hashtag che accompagna le sue pagine social. Il 30 luglio 2017 è nato Ettore e, da allora, Elisa si è divisa tra casa e palestra, perfettamente calata nel nuovo ruolo di mamma ma senza dimenticare la sua genetica da fuoriclasse della scherma tricolore. Quella in Algeria era la sua prima gara internazionale dopo i Giochi brasiliani. L’ha vinta in scioltezza, lei, quasi 36enne, in finale contro Sera Azuma, giapponese di 19 anni e zero figli. Ma la prima tappa di coppa del mondo è stata un inno alla maternità perché sul podio con Elisa c’era anche Martina Batini, sconfitta in semifinale nel derby azzurro. Pisana, classe 1989, anche lei al ritorno sul palcoscenico internazionale dopo aver dato alla luce nel maggio scorso Leonardo, un patrimonio futuro per la scherma italiana visto che l’altra metà del Dna è di papà Matteo Tagliariol, spada d’oro a Pechino 2008.

IL CALENDARIO
Ricapitolando: Elisa vince l’oro a un anno e 4 mesi dal parto, Martina diventa mamma e mette al collo un bronzo dopo 6 mesi. Meglio di entrambe fece a suo tempo Valentina Vezzali che il 9 giugno 2005 diede il benvenuto al primogenito Pietro e quattro mesi dopo, a Lipsia, vinse il quarto dei suoi sei titoli mondiali. Valentina, come Elisa, “programmò” la gravidanza con il calendario olimpico. Cosa comune tra le atlete degli sport a cinque cerchi: provi a diventare mamma nell’anno successivo ai Giochi per avere poi il tempo sufficiente per prepararti al meglio per le Olimpiadi successive. Ne sanno qualcosa Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, i diamanti dei tuffi italiani che, dopo l’argento nel sincro a Rio, si sono (quasi) sincronizzate anche nella maternità: il 4 maggio 2017 è nata Ludovica, figlia di Francesca, il 23 gennaio successivo, Maya, la piccola di Tania. E, da allora, è partito il tormentone comune: le vedremo sul trampolino, insieme, anche a Tokyo 2020?

PERCORSO IN SALITA
La domanda è più che lecita perché, al di là delle motivazioni personali, c’è da fare i conti con una preparazione fisica da portare avanti tra una poppata e una notte insonne. Chiedere a Serena Williams e Vika Azarenzka, due ex numero uno del mondo che faticano a tornare al vertice del tennis mondiale. Se la bielorussa, suo malgrado, ha dovuto metterci su anche un pesante contenzioso legale con il papà del piccolo Leo per l’affido, l’americana ha faticato più del previsto nel 2018 dopo la nascita di Alexis Olympia, la mini webstar da 510 mila followers su Instagram (che a un anno appena compiuto non sono male). Serena è, sì, arrivata in finale a Wimbledon e agli Us Open, ma senza mai dare l’impressione di essere al massimo. E d’altra parte la storia del tennis racconta che solo Kim Clijsters, Evonne Goolagong e Margaret Court sono state in grado di vincere un torneo del Grande Slam dopo essere diventate mamme.

MARTINA VINCE. JOSEFA, IDEM
Problema, quello delle vittorie, che non ha mai riguardato Josefa Idem, il monumento della canoa italiana, che ha messo al mondo due figli, Janek e Jonas, senza mai smettere di vincere. Anzi, 15 mesi dopo il secondo parto, centrò l’argento ai Giochi di Atene da 40enne alla sesta partecipazione Olimpica. Una nota di merito finale va a chi lo sforzo ha dovuto raddoppiarlo tutto in una volta: Martina Valcepina, nel villaggio olimpico di Sochi 2014, scoprì di essere incinta da tre mesi di due gemelline. Ciononostante gareggiò e vinse il bronzo nella staffetta 3000 metri di short track. Quattro anni dopo, ai Giochi di Pyeongchang, nella stessa gara, ha vinto l’argento. E questa volta Camilla e Rebecca erano sulle tribune a tifare per lei.
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