Sgarbi guida piccante per Menichelli
presenti anche Ceriscioli e Farinetti

Un momento della visita
Un momento della visita
di Stefano Fabrizi
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Aprile 2016, 21:42 - Ultimo aggiornamento: 21:44

OSIMO - «Ma le ha viste queste due gnoccolone?». La domanda è rivolta al cardinale Menichelli e a farla non poteva che essere un incontenibile Sgarbi. L'alto prelato è stato l'interlocutore preferito del critico che non ha lesinato battute salaci alle quali Menichelli ha risposto o con un sorriso, o con una pacca sulle spalle o con un «Vittorio, Vittorio». 
 



La tarda mattina del 27 aprile ha visto a Osimo un parterre d'eccezione per visitare la mostra di Sgarbi-collezionista custodita fino al 30 ottobre a Palazzo Campana. “Covocati”, oltre al porporato, il patron di Eataly Oscar Farinetti, il governatore delle Marche Luca Ceriscioli e l'assessore regionale Moreno Pieroni. Presente, ovviamente il padrone di casa, il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni che per l'occasione era affiancato dal primo cittadino di Urbino Maurizio Gambini. Non poteva mancare il curatore della mostra e amico di sempre Stefano Papetti. 

Il ciclone Sgarbi
Oltre, a varie autorità, più o meno pertinenti, e i mass media, sempre presenti in nutrita formazione, il solito codazzo di infiltrati. L’uomo di Ferrara, comunque aveva già fatto il suo passaggio alcuni minuti prima dell'ora x della vista con un blitz in municipio e al convento di San Giuseppe: suo ospite Oscar Farinetti con il quale aveva consolidato l'amicizia durante l'Expo di Milano. Passaggio in Comune dove Sgarbi ha illustrato con dovizia di particolari i busti dei “senza testa” (nome con il quale vengono chiamati gli abitanti di Osimo, ndr). Poi, visita alle Grotte, dove il critico ha trovato una scolaresca che ha erudito sulle cavità ipogee della città. Poi mentre il gruppetto, che intanto si era infoltito, si dirigeva verso Palazzo Campana, Sgarbi ha visto il chiosco della chiesa di San Giuseppe da Copertino. Vuoi la curiosità, vuoi il fatto che, incredibilmente, era in anticipo sull'orario, è entrato nell'area conventuale bussando al portone dell’abazia. Nessuna risposta… insiste, si scalmana fino a un «aprite c…». Vista la malaparata il vicesindaco si è affrettato a chiamare il padre superiore. Il portone si è alfine spalancato, non senza un'occhiataccia nei confronti dell'irriverente Vittorio. Visita ad alcune tele custodite nella chiesa. Poi verso “Lotto, Artemisia, Guercino - Le stanze segrete di Sgarbi”. 

«Ecco i miei gioielli»
Dei 140 quadri esposti il critico ha spiegato ogni dettaglio e la storia dell'autore, non risparmiando battute e ironia e rivelando anche particolari inediti, come, per esempio, sull'acquisto del Guercino: «Era all'asta, mia madre riuscì a farselo assegnare, ma non aveva il contante e dopo diversi tentativi in varie banche, mi fece un prestito Corrado Passera». Il meglio di sé comunque Sgarbi lo dà nella stanza dedicata alle donne dove sceglie il cardinale come interlocutore privilegiato. La descrizione di “Santa Maria Maddalena portata in cielo dagli angeli” di Morazzone, “Allegoria del tempo” di Cagnacci, “Cleopatra” di Artemisia e “La Fedeltà e la Pace” di Liberi («le due gnoccolone») sono all'insegna di sesso, carnalità, nudità e stimoli ormonali… Vorrebbe far breccia per conquistare un “segno di diniego”. Nulla da fare. Menichelli respinge l'attacco e contrattacca con “perforanti” sorrisi. Uno pari e palla al centro.

Ceriscioli e Farinetti: «Che bella» 
«Questa mostra - ha commentato il presidente Ceriscioli- è senza dubbio un valore aggiunto nella nostra offerta culturale. Al di là della fortuna di visitarla con le spiegazioni di chi l'ha progettata, pensata e vissuta, oggi ho davvero capito il motivo di tanto successo: è molto bella e lascerà un segno molto forte. Sono soddisfatto della bella idea di aver lanciato come unica proposta queste quattro grandi mostre nell'anno della Misericordia, non l'ha fatto nessuna altra regione e si sta rivelando una scelta vincente».
«Con Sgarbi - ha detto Oscar Farinetti - abbiamo condiviso la cura del padiglione Expo di Eataly e ci tenevo particolarmente a vedere la sua mostra.
E' interessantissima e davvero molto bella. Conosco bene queste terre, le Marche mi piacciono moltissimo ma Osimo, che non conoscevo, è una scoperta meravigliosa. In questi paraggi acquistiamo il Verdicchio per Eataly che vendiamo in tutto il mondo e so bene il valore della enogastronomia marchigiana». Alla domanda se avesse intenzione di investire nelle Marche con il suo marchio, Farinetti ha risposto che nei prossimi tre o quattro anni sono in programma investimenti solo all'estero e non in Italia «ma poi torneremo a occuparci di provincia italiana: io adoro le Marche e perché no? Eataly ad Ancona ci starebbe benissimo». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA