Venezia. Arriva la Pietà di Jan Fabre:
fa discutere la Madonna col teschio

Venezia. Arriva la Pietà di Jan Fabre: fa discutere la Madonna col teschio
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Martedì 24 Maggio 2011, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 09:49
VENEZIA - Una inedita rilettura della Piet di Michelangelo, nella quale il Cristo ha il volto e le fattezze dell'artista stesso e la Madonna ha quelle di un teschio, intitolata Piet V, una delle opere presentate da Jan Fabre, dal primo giugno al 16 ottobre, alla Nuova Scuola Grande di santa Maria della Misericordia, a Venezia. Curata da Giacinto Di Pietrantonio e da Katerina Koskina, promossa dalla GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, dal State Museum of Contemporary Art di Salonicco e dal Kunsthistorisches Museum di Vienna, la mostra, intitolata Pietas, presenterà cinque grandi sculture in marmo puro e marmo statuario di Carrara dell'artista fiammingo.



«Lungi dal proporre un messaggio blasfemo o semplicemente provocatorio - rileva una nota riguardo a Pietà V -, l'opera rappresenta una 'scultura-performativa' che mette in scena i veri sentimenti di una madre che vuole sostituirsi al figlio morto. Tutte le sculture riportano forme di pietà interpretate da Fabre attraverso i sentimenti della compassione e della conciliazione. Sono organi e corpi anatomici che all'interno del suo lavoro assumono la forma e la potenza del simbolo, realizzati con la precisione maniacale tipica dell'antica scuola fiamminga, ma che si confrontano anche con la potenza scultorea michelangiolesca».



Tutte le cinque sculture saranno poggiate su una grande pedana dorata alla quale sarà possibile accedere dopo aver indossato un paio di pantofole messe a disposizione in otto postazioni laterali, per compiere il rito sacrale della visione. Allo spettatore verrà consentito di salire sulla pedana-palcoscenico e divenire così attore tra le cinque bianche sculture, il cui tema "vita - morte - resurrezione" si ricollega a quello dell'eterna metamorfosi. Per questo motivo, Fabre ha disposto anche 10 nidi - uno per ogni colonna - ricoperti da gusci di scarabeo gioiello, l'animale simbolo della metamorfosi, sacro agli antichi Egizi e all'artista stesso. Tutto questo rappresenta un percorso iniziatico che segue delle tappe, rappresentate dalle quattro sculture di cervelli che fungono da base-mondo-cosmo per altrettante simbologie naturalistico-cristologiche e che si conclude con la visione della Pietà neo-michelangiolesca.