Aperte a Palazzo Ducale otto nuove sale che raddoppiano l'offerta espositiva, il direttore generale dei Musei statali: «La Galleria di Urbino modello per il Paese»

Il direttore Luigi Gallo, assieme allo storico dell’arte Giovanni Russo, illustra ai visitatori le nuove sale al secondo piano di Palazzo Ducale, dove sono esposti capolavori, tra gli altri, di Federico Barocci, Orazio Gentileschi, i fratelli Zuccari
Il direttore Luigi Gallo, assieme allo storico dell’arte Giovanni Russo, illustra ai visitatori le nuove sale al secondo piano di Palazzo Ducale, dove sono esposti capolavori, tra gli altri, di Federico Barocci, Orazio Gentileschi, i fratelli Zuccari
di Lucilla Niccolini
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Venerdì 15 Luglio 2022, 07:20

URBINO - Una svolta. Un salto di paradigma, per la Galleria di Urbino, è l’apertura del secondo piano di Palazzo Ducale. «Un modello per tutto il Sistema Museale Nazionale», così il direttore generale dei Musei statali, Massimo Osanna, ha definito l’operazione portata avanti da Luigi Gallo, da due anni direttore della Galleria nazionale delle Marche.

Era presente ieri all’inaugurazione delle nuove otto sale, che raddoppiano l’offerta espositiva del museo di Urbino: quello che Luigi Gallo definisce un “ossimoro” - Nazionale/delle Marche - implicito nel nome della Galleria. La sfida da lui portata a termine, «con la collaborazione dello staff, il più efficace e instancabile che potessi desiderare», ha un risvolto “locale”, per il valore che riveste per le Marche, rivelando al pubblico opere poco note della storia dell’arte regionale. E persegue un fine “globale”, per l’importanza nel panorama internazionale.


L’iniziativa del Mic
L’operazione era partita all’inizio dell’anno, con il rientro al Urbino di cinque opere, grazie all’iniziativa del Mic “100 opere tornano a casa”, che ha dato avvio al restauro e alla valorizzazione del secondo piano, mai adibito a spazio espositivo. I lavori, progettati dall’architetto Francesco Primari, hanno recuperato le sale dell’ampliamento dell’ala orientale e meridionale del palazzo, iniziato dai Montefeltro e portato a termine da Guidubaldo II Della Rovere. I suoi simboli spiccano in ogni stanza, dove un sapiente allestimento espone opere tra la metà del Cinquecento e il Settecento, molte delle quali, mai esposte, provengono dai depositi della Galleria, assieme alle collezioni Volponi e Cassa di Risparmio di Pesaro.


La tecnologia
L’arte qui si avvale della tecnologia, che ha permesso di potenziare il sistema di climatizzazione esistente, occultandolo, insieme alla rete antincendio, con pannelli di metallo; di installare un ascensore; di illuminare adeguatamente le opere.

Durante i lavori sono tornati alla luce angoli segreti del palazzo ducale, come, adiacente al salone del ‘700, dedicato al pontificato Albani, l’estradosso della volta della sottostante Sala del Trono. E poi, sono stati recuperati i telamoni che reggono i peducci del corridoio che conduce al Torricino Sud, la cui scala elicoidale in marmo rosa del Furlo, con il corrimano di pietra, riportata all’antica bellezza, è di nuovo agibile. Conduce alla loggetta del Gallo, mai aperta prima al pubblico, affacciata sui tetti di Urbino. È qui che si è conclusa ieri la visita ai nuovi spazi espositivi, dove sono tornati a splendere un centinaio di capolavori di protagonisti dell’arte, marchigiani di nascita e di adozione, quali Barocci, Cantarini, Zuccari, Ridolfi, Pomarancio, Salvi, Guerrieri.

E poi, le maioliche, che brillano nella galleria del Pasquino e in una sala adiacente, accanto a disegni della ricca raccolta grafica, dominati dai colossali cartoni preparatori di Annibale Carracci e del Domenichino. È già disponibile nel bookshop una guida del secondo piano (Electa), che è stata presentata ieri dal direttore Gallo, dall’architetto Primari e dal funzionario storico dell’arte Giovanni Russo, che con Andrea Bernardini e Valentina Catalucci hanno ideato e seguito l’organizzazione delle sale. «La sfida di riaprire al pubblico l’intero Palazzo Ducale – ha concluso Luigi Gallo – non finisce qui. In programma, con i fondi del Pnrr, il riallestimento e una nuova illuminazione del piano nobile, un sito web ridisegnato e potenziato, la digitalizzazione di tutte le opere e dei volumi della biblioteca del museo, piccola ma preziosa». Una svolta.

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