Il musicista urbinate Gualazzi firma gli spot e la sigla del Giro d'Italia: «Amo il ciclismo da sempre»

Il genio di Gualazzi firma gli spot e la sigla del Giro d'Italia: «Amo il ciclismo da sempre»
Il genio di Gualazzi firma gli spot e la sigla del Giro d'Italia: «Amo il ciclismo da sempre»
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 07:39

URBINO - Giunge dalle colline di Urbino la sigla dello spot Rai del Giro d’Italia 2023, in programmazione su tutte le reti da ieri sera, a meno di tre settimane dalla partenza della corsa rosa, ed è firmata da Raphael Gualazzi, amante del ciclismo da sempre.

La composizione

«La composizione è nata istintivamente», afferma Gualazzi. «Ero in studio - aggiunge - e stavo provando alcuni brani che sto portando in concerto in queste settimane. All’improvviso mi è venuta in mente una bici e allora ho girato lo spartito e ho scritto, sul foglio bianco, le parole della sigla. Solo dopo l’ho musicata». Un rapporto intenso quello di Gualazzi con la bicicletta. Il ciclismo è una disciplina tanto dura quanto bella che, con grande sensibilità, il musicista racconta in un crescendo di sensazioni che accompagnano lo scorrere delle immagini. Si percepisce tutto il fascino di una tensione che cresce, salendo di tono dal parlato iniziale all’esplosione di gioia finale, come se fosse, esattamente, la trasposizione in musica di una tappa del Giro, che mescola sofferenza e fatica, dolore e gioia, disperazione e sorrisi.
La passione
«Amo il ciclismo da sempre – confessa Gualazzi – sia come semplice cicloamatore, che usava la bici da ragazzo per spostarsi e ora, quando può, pedala in mountain bike sulle colline marchigiane, sia come appassionato. È una disciplina che ha il pregio di essere individuale e di squadra insieme, che ti rende più forte attraverso le sconfitte, che poi sono le vere vittorie: senza retorica, è come la vita, che ti offre un continuo di saliscendi e di possibilità.

Nella vita, e nel ciclismo, anche se perdi una pedalata, hai tempo per recuperare, a patto di non mollare mai». E il ricordo di Raphael va a quella prima tappa che vide dal vivo: «Ricordo che rimasi letteralmente rapito dalla potenza in volata di Mario Cipollini, che vidi vincere a Marotta nel 1995, quando assistetti alla mia prima tappa dal vivo del Giro d’Italia. E poi ho tifato per tanti campioni, da Pantani a Bettini fino a Vincenzo Nibali. Da quel giorno, insomma, il Giro, che è insieme la storia dello sport ma anche la storia del nostro Paese, è diventato un appuntamento fisso, da telespettatore». Un appuntamento che, per Raphael e per tutti gli appassionati, si rinnoverà anche quest’anno, dal 6 al 28 maggio, e che il 13 maggio si avvicinerà alle terre in cui è nata la musica della sigla con la tappa Terni-Fossombrone. Un’occasione per il cantautore urbinate di rivivere l’emozione dal vivo e, come la sua musica, è in grado di trasportarti in un’atmosfera rarefatta e affascinante: «In effetti – conferma - trovo che esistano parecchie similitudini tra la musica e il ciclismo: entrambi sono una delle più belle espressioni della mente umana, in una costante ricerca di autenticità. E forse – conclude sorridendo, prima di tornare alle prove - è proprio questo essere “veri” che rende i ciclisti così amati».

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