Il giovane regista e sceneggiatore urbinate Bigini al Festival di Berlino con il film “Le proprietà dei metalli”, tra gli interpreti Sara Santamaria anche lei di Urbino

Il giovane regista e sceneggiatore urbinate Bigini al Festival di Berlino con il film Le proprietà dei metalli , tra gli interpreti Sara Santamaria anche lei di Urbino
Il giovane regista e sceneggiatore urbinate Bigini al Festival di Berlino con il film “Le proprietà dei metalli”, tra gli interpreti Sara Santamaria anche lei di Urbino
di Eugenio Gulini
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 04:00 - Ultimo aggiornamento: 08:05
URBINO - Oggi, lunedì 20 febbraio, alle ore 17 in anteprima mondiale sarà proiettato, al 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, nella sezione “Berlinale Generation – K Plus”, il film “Le proprietà dei metalli” dell’emergente, sensibile e giovane regista e sceneggiatore urbinate Antonio Bigini. La pellicola ha tra gli interpreti una bravissima e intensa tredicenne, sempre di Urbino, Sara Santamaria. La produzione è di Kiné, società cooperativa con Rai Cinema.  


La storia


Il film della durata di 93 minuti e del genere fantastico–family drama racconta, negli anni Settanta, in un paesino di montagna dell’Italia Centrale, di Pietro, un bambino cresciuto da un padre duro e asfissiato dai debiti che manifesta doti misteriose: piega metalli al solo tocco. Uno scienziato americano comincia a studiarlo. Gli esperimenti porteranno Pietro a contatto col mondo invisibile, dove le leggi della fisica lasciano il passo ai desideri più profondi. «La storia di Pietro – rimarca Antonio Bigini - è una storia minima, fatta di pochi personaggi, che si svolge prevalentemente in interni. È una storia scandita da oggetti banali come chiavi, coltelli, cucchiai. Credo che in questa semplicità risieda parte della sua universalità. Gli anni Settanta sono stati il momento in cui l’Italia ha definitivamente rinunciato alla sua millenaria identità contadina per sposare la via del neocapitalismo.

La vicenda di Pietro racconta gli ultimi bagliori di un paganesimo rurale, già contaminato dalla civiltà dei consumi. Oggi nella nostra società non c’è più spazio per il mistero, ma questa rimozione ha prodotto, credo, un bisogno latente. Proprio per questo penso – conclude il regista urbinate - che oggi più che mai ci sia necessità di film che sappiano parlare in modo sincero, senza spettacolarizzazione».


Il fenomeno dei minigeller


“Le proprietà dei metalli” è, dunque, liberamente ispirato a una vicenda poco nota: il fenomeno dei cosiddetti “minigeller”, cioè quei bambini che alla fine degli anni Settanta, dopo aver assistito ad una delle tante esibizioni televisive dell’illusionista Uri Geller, apparentemente in grado di piegare chiavi e cucchiai al solo tocco, hanno cominciato a manifestare fenomeni simili. 


L’autore


Antonio Bigini, 42 anni, non è alla sua prima opera. Ha diretto con Mariann Lewinsky il documentario “Ella Maillart - Double Journey” (Visions du réel, 2015). È autore del film “Anita” di Luca Magi (Doclisboa, 2012). Per la Cineteca di Bologna ha curato svariate mostre sulla storia del cinema (Sergio Leone, Marcello Mastroianni, Pier Paolo Pasolini, ecc.) allestite presso musei come la “Cinémathèque Française”, l’Ara Pacis, il Museo di Roma, il MAMbo. “Le proprietà dei metalli” è il suo primo lungometraggio.

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