Umberto Eco e le Marche, i ricordi
di Monte Cerignone suo buen retiro

Umberto Eco con il rettore Giovanni Bogliolo ad Urbino nel 2005 per i 500 anni dell'ateneo
Umberto Eco con il rettore Giovanni Bogliolo ad Urbino nel 2005 per i 500 anni dell'ateneo
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Sabato 20 Febbraio 2016, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 15:29

MONTE CERIGNONE - "Umberto Eco veniva qui per non essere Umberto Eco: niente codazzi, interviste, confusione. Ci incontravamo al bar per l'aperitivo, chiacchierava con tutti, e poi si chiudeva in casa a lavorare, per lunghi periodi anche da solo: Il nome della rosa l'ha scritto in gran parte qui, e anche altri libri". Michele Maiani, ex sindaco di Monte Cerignone (Pesaro Urbino), presidente dell'Unione Montana del Montefeltro, è uno degli amici del borgo medievale scelto da Eco come buon retiro. Nel 1976 il semiologo acquistò un ex convento non lontano dalla rocca del XIII secolo che domina la valle, lo fece ristrutturare e lo abitava per buona parte dell'estate, le vacanze di Pasqua e di Natale. Immancabilmente, il giorno del compleanno, il 5 gennaio, Eco era a Monte Cerignone. "Anche quest'anno è venuto, ma non è sceso in paese per festeggiare al bar, come faceva sempre" racconta il farmacista Massimo Chiarabini, anche lui amico del professore. "Era venuto a comprare le medicine, avevamo capito che stava male, ma non immaginavamo una cosa così repentina".

Al paese Eco, cittadino onorario dal 1982, «ha donato tanto» ricorda il sindaco Carlo Chiarabini. Da ultimo il giardino pensile della rocca, progettato dalla moglie Renate e fatto realizzare anche con il contributo di alcuni imprenditori. "Per noi è una perdita grande, un grande dolore".


Il ricordo di Unimc con l'incontro tra Eco e Petöfi
L’Università di Macerata ricorda la figura del grande semiologo, scrittore e intellettuale Umberto Eco, che, in un’occasione straordinaria come il settecentesimo anniversario dalla fondazione, il 5 marzo del 1991, fu invitato a tenere una conferenza sul tema “L’Università nel mondo dei media”. L’incontro si sarebbe dovuto svolgere in Aula Magna, ma, visto l’altissimo numero di adesioni, fu poi spostato al teatro Lauro Rossi, gremitissimo di spettatori. Accolto dall’allora rettore Giovanni Ferretti, incontrò anche János Sándor Petöfi, docente dell'Ateneo scomparso nel 2013, conosciuto internazionalmente come una delle figure di maggior spicco nel campo della semiotica e della linguistica. Fu proprio Eco a invitare per la prima volta Petöfi in Italia dall’Ungheria, suo paese natale, nel 1971, in occasione della conferenza dell’associazione internazionale di studi semiotici.


Benigni lo omaggiò a San Leo 
Leggere Eco davanti a Umberto Eco è come leggere Aristotele davanti al grande filosofo greco. Non era una semplice battuta quella di Roberto Benigni, quando nel giugno 2011 omaggiò il professore nel cortile della rocca di San Leo, nel Riminese. L'occasione era il conferimento a Eco della cittadinanza onoraria del borgo dell'Alta Valmarecchia, nelle zone tanto amate dal semiologo - scomparso ieri sera - dove aveva una casa acquistata negli anni '70. «Sono davvero orgoglioso ed emozionato di essere qui a festeggiare la cittadinanza onoraria conferita a Umberto Eco - aveva detto il regista toscano - Leggere davanti a lui brani delle sue opere è come leggere Aristotele con Aristotele presente». «Da 36 anni - aveva spiegato Eco - abito qui vicino e porto gli amici a visitarla: non ne posso più di far vedere la cella di Cagliostro.

Sono stato giustamente ricompensato: da domani voglio anche la percentuale», aveva detto con la consueta ironia.

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