Debora Caprioglio torna sul palco al Rossini: «Adoro le Marche, hanno tutto»

Debora Caprioglio sarà il 15 giugno al Rossini di Civitanova
Debora Caprioglio sarà il 15 giugno al Rossini di Civitanova
di Chiara Morini
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Domenica 13 Giugno 2021, 18:22

CIVITANOVA - "Buoni da Morire” è una commedia scritta da Gianni Clementi, con la regia di Emilio Solfrizzi. Nel cast Debora Caprioglio, Gianluca Ramazzotti e Pino Quartullo. Andrà in scena in anteprima nazionale il 15 giugno, alle 21, al Rossini di Civitanova Marche. 

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Debora Caprioglio, come si trova nelle Marche?
«Vi amo.

Adoro la vostra regione, avete tutto: il mare, la collina, la natura, il buon cibo, insomma, non vi manca nulla. Ho avuto la fortuna di recitare spesso nelle Marche, ogni volta ci torno sempre molto volentieri. È la regione dei teatri, e speriamo che possano presto riaprire anche i più piccoli, dopo questo periodo di chiusure».


A Civitanova Marche l’anteprima nazionale di “Buoni da morire”: che storia è?
«Racconta la vita, che a volte ha i suoi lati divertenti e a volte amari. C’è questa coppia, interpretata da me (Barbara) e Gianluca Ramazzotti (Emilio), che decide di passare una vigilia di Natale diversa, facendo i volontari e portando generi di conforto ai barboni. Tornano a casa e ritrovano l’armonia. Poi, al mattino seguente, bussa Ivano, interpretato da Pino Quartullo, un nostro ex compagno di classe, alticcio e dall’abbigliamento sudicio».


Non si ride solo?
«La storia è quella di una coppia borghese, con tutte le proprie gioie e i dolori, fasi a colori e fasi grigie, agi e malumori, disagi, rimpianti. Sul palco i personaggi rappresentano comunque persone che hanno dei sentimenti: Ivano è barbone per scelta. La storia farà ridere, ma porterà anche ad una profonda riflessione, attraverso le dinamiche della rappresentazione scenica».


Che messaggio lascerà, quindi, questa storia?
«Farà riflettere su tutte le persone invisibili. Il titolo della storia e dello spettacolo, “Buoni da Morire” non è scelto a caso: è il “diverso” che irrompe nella vita quotidiana. Si è generosi, come lo sono Barbara ed Emilio, finché le questioni non ti toccano da vicino. Quando invece ti arrivano addosso cosa accade? La coppia ha aiutato i barboni, ma quando uno, che è stato anche loro compagno di classe, bussa alla loro porta, saranno disponibili a “dargli” il loro divano molto costoso? Ecco il pensiero della storia dell’autore Gianni Clementi è proprio rivolto agli invisibili che nel mondo sono tanti. Una storia che mi piace molto».


Perché?
«Forse l’ho già detto, è la vita: si ride e si piange, funziona così. Questa storia lo narra ma lo fanno tutti: anche i classici raccontavano la vita, anche loro parlavano di disagi sociali a volte, certo, inquadrati, però, a seconda dell’epoca».


Com’è lavorare con il regista Emilio Solfrizzi?
«Una gran bella esperienza. Lui ha un lungo background artistico e molta passione per il suo lavoro. In regia? È preparato, tanto esigente e meticoloso nella cura dei particolari».


Quanto a passione: è lo stesso per lei?
«Prima del Covid era sia passione che lavoro. Ora c’è quasi solo la prima: la passione non viene mai meno, soprattutto ora che è una ripartenza per tutti. Il nostro settore, non servirebbe nemmeno ricordarlo, è stato molto colpito, ma siamo felici di esserci, anche perché, un mese fa, quando abbiamo iniziato a provare, non sapevamo neanche se saremmo riusciti a debuttare. Invece eccoci qua, pronti, a farlo».


La vera Debora è a teatro, al cinema o in tv?
«Ormai faccio teatro dal 1997, lo amo, mi è entrato dentro. La tv non la tralascio, è importante per farti ricordare da molti, per mantenere viva l’immagine. Il cinema? È stato il mio primo amore e quindi non lo scordo mai. Magari tornerò a farlo. Da poco comunque è uscito “Menage” sulle piattaforme, con la regia di Angelo Maresca».

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