“Le voci di dentro” a Cagli, installazione musicale di Fabrizio Bartolucci e Anissa Gouizi con testi dei detenuti-attori

“Le voci di dentro” a Cagli, installazione musicale di Fabrizio Bartolucci e Anissa Gouizi con testi dei detenuti-attori
“Le voci di dentro” a Cagli, installazione musicale di Fabrizio Bartolucci e Anissa Gouizi con testi dei detenuti-attori
di Elisabetta Marsigli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 29 Dicembre 2022, 01:05

CAGLI - L’affascinante evento conclusivo del Festival regionale di teatro in carcere nelle Marche si terrà, oggi (dalle 18 alle 20) e domani (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 20), al teatro Comunale di Cagli. “Le voci di dentro” è una installazione di teatro sonoro realizzata da Fabrizio Bartolucci e Anissa Gouizi, che ha realizzato il progetto musicale, mentre le voci e i testi sono dei detenuti attori del laboratorio teatrale della Casa di Reclusione di Fossombrone.

Il progetto prende a prestito il titolo dall’opera di Eduardo, e in qualche modo anche il muoversi tra sogno e realtà per dar voce al ‘dentro’ personale e collettivo. Un’istallazione teatrale composta da una serie di quadri sonori per voci e suoni appunto che da “dentro” si aprono verso l’esterno per descrivere altri interni. «Si tratta di un lavoro nato in pieno lockdown, quasi come risposta all’impossibilità fisica di fare laboratorio, così come da anni facciamo con i detenuti del carcere di Fossombrone», spiega Bartolucci che lavora da oltre 10 anni con la sezione di Levante del carcere. Un laboratorio integrato con detenuti, alcuni attori e laboratoristi esterni che produce ogni anno una rappresentazione aperta al pubblico. È di qualche anno fa il docu-video ‘Moliere dentro’ che attraverso “Il malato immaginario” riportava al pubblico l’esperienza teatrale in carcere.
La narrazione orale
In questa occasione, dalla lettura del testo teatrale di Eduardo da cui il progetto ha preso a prestito il titolo, si è lavorato sul racconto, con particolare riferimento alla narrazione orale: dalla tradizione letteraria e popolare a storie e personaggi evocati dalla memoria dei partecipanti. Voci e parole hanno costruito, stanza per stanza, una casa raccontata attraverso le immagini sonore. “Casa” è il nome dato all’unica clip nella quale si possono ravvisare dei riferimenti ad un luogo materiale: «sono descrizioni, ricordi, riflessioni, che abitano lo spazio, componendo una scena di parole e musica.

Un ponte di immagini sonore che evocano luoghi della memoria, luoghi che erano o che vorrebbero essere, luoghi che risiedono nei ricordi e in proiezioni mentali dove anche la cella finisce per essere inevitabilmente un luogo della mente». L’ingresso, la cucina, la sala, il bagno, la camera da letto, ogni interno è divenuto occasione di un racconto sonoro personale tra memoria e presente. «Con Anissa, che si è occupata della parte musicale, - conclude Bartolucci - abbiamo creato due percorsi laboratoriali che si sono mossi in parallelo sino a confluire nel prezioso lavoro di montaggio realizzato dagli allievi del Corso di Processi e Tecniche dello spettacolo Multimediale della Accademia di Belle Arti di Macerata». Ogni traccia vive di un’essenza autonoma, tecnicamente trattata in maniera indipendente dalle altre, ma unita da un filo rosso che accompagna l’ascoltatore. La musica diviene parte del racconto stesso: scompare in altre tracce, facendo percepire la propria assenza, sostituita da effetti sonori che giocano l’elemento descrittivo del non-luogo: una vecchia televisione che narra di un evento sportivo, l’acqua che riempie una vasca da bagno, mentre le voci, in sovrapposizioni polifoniche, trascinano l’ascoltatore in un ambiente plurale che fonde narrazioni ed esperienze personali, anche molto diverse tra loro, in un unico ‘dentro’. Montaggio e design audio sono a cura di Alessia Trasarti, Simone Alvear Calderon, Michele Casalino, Francesca Casalino (dell’Accademia di Belle Arti di Macerata). L’ingresso all’installazione è gratuito e prevede piccoli gruppi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA