L'attrice Clio Gaudenzi, con il teatro nel Dna: l'esordio sul palco nella pancia di mamma Noemi

L'attrice Clio Gaudenzi, con il teatro nel Dna: l'esordio sul palco nella pancia di mamma Noemi
L'attrice Clio Gaudenzi, con il teatro nel Dna: l'esordio sul palco nella pancia di mamma Noemi
di Elisabetta Marsigli
4 Minuti di Lettura
Domenica 6 Novembre 2022, 07:20

TAVULLIA - Il teatro nel Dna. L’attrice pesarese Clio Gaudenzi, classe 1982, è una figlia d’arte: il nonno materno, Franco Rinolfi, ha lavorato con Glauco Mauri e mamma Noemi è stata per anni una delle attrici del Piccolo Teatro di Pontedera. L’esordio di Clio in palcoscenico avvenne nella pancia della mamma, mentre stava interpretando una grossa e buffa cantante lirica nello spettacolo comico dedicato a Madama Butterfly. Da qui forse dipende la luce e l’energia che trasmette il suo sguardo.

 
L’aria di casa
«Il teatro - esordisce - è sempre stato qualcosa di famigliare per me. Ho respirato quell’aria da quando sono nata, anzi anche prima di nascere (ride). Mia madre mi portava con sè e, senza alcuna presunzione, il palco era la mia casa. Già alle elementari, prendevo le recite scolastiche molto sul serio: ero severissima con le mie compagne!». L’amore per la ginnastica artistica, durato sette anni, ha determinato l’inizio del suo interesse verso lo studio del corpo, le sue possibilità di movimento e trasformazione attraverso il linguaggio teatrale. Discipline che l’hanno portata a fare diverse esperienze, in giro per il mondo, per poi tornare a Pesaro e aprire un polo culturale, centro di incontro e fusione tra arti, pratiche e saperi diversi. «Ho iniziato a lavorare con la mamma a 14 anni, in un gruppo di teatro integrato, che univa artisti normodotati e altri diversamente abili. Era una umanità colorita, ma sul palco tutti uguali e sullo stesso livello. Stare a contatto con persone così particolari ti porta subito a capire quanto sei finto se ti “costruisci”».
La partenza
A 18 anni ha “lasciato il nido” per fare andare all’Accademia della Follia di Trieste, diretta da Claudio Misculin: «Un ulteriore approfondimento di un teatro legato al sociale, un rincorrere questa intensità da cercare in fondo a me stessa». Poi l’incontro con Emma Dante: «La ginnastica artistica mi ha dato l’impostazione del linguaggio del corpo: era divertente imparare a fare i salti mortali, girare in aria ti dà una sicurezza che non ho mai più perso e fu proprio questo a colpire Emma.

Lavorare sul proprio corpo ti permette di entrare in una modalità istintiva e animalesca, che ti porta quasi alla trance. È il primo step per entrare nella ricerca della verità, per questo siamo andate subito d’accordo». E i salti mortali li fa ancora: «Sono quelle cose che impari da piccolo e ti restano nella memoria. Una coscienza del corpo che non è mentale: ancora oggi, quando tengo laboratori, sono una di quelle che ti accompagna fisicamente nella pratica: una memoria che diventata fisica».

Ma Clio si è spostata anche a Berlino, fino in India per un corso di KathaKali. Ha collaborato con diversi artisti e compagnie teatrali, tra cui, in qualità di performer, con lo scultore Paolo Icaro all’interno di gallerie e musei d’arte, per poi tornare nel suo nido, nel vero senso della parola, nella casa dove è nata. «Vallegaudia/casa teatro è un progetto architettonico di mio padre, Marco Gaudenzi, nato insieme a Francesca Montanari, burattinaia, attrice e cantastorie, Yoan Degeorge, burattinaio, inventore e maestro elementare e Stella Chinotti, per la comunicazione». Un ritorno a casa con un bagaglio notevole da condividere: «All’inizio non pensavo di tornare qui, ma girando il mondo, sia per studio che in tournée, la qualità di vita che c’è nel nostro territorio non l’ho trovata da nessuna parte. Una forma di “tranquillità vivace” che si apprezza maggiormente se si è vissuti fuori. Sono tornata con piacere».
La residenza artistica
Vallegaudia è una residenza artistica, ma anche un luogo di spettacolo con una attenzione speciale all’ambiente, un luogo per laboratori creativi, anche di costruzione e arredamento con materiali di recupero, in continua evoluzione e sempre aperta a nuove esperienze. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA