Subsonica in concerto stasera a Lunaria: «Passione, dance e molto altro»

Subsonica stasera a Lunaria: «Passione, dance e molto altro» /Foto RiccardoTrudy-Ufficio stampa
Subsonica stasera a Lunaria: «Passione, dance e molto altro» /Foto RiccardoTrudy-Ufficio stampa
di Chiara Morini
3 Minuti di Lettura
Sabato 16 Luglio 2022, 08:20

Prende il nome dagli ultimi brani dell’album “Amorematico”, a vent’anni dall’uscita, il tour dei Subsonica, “Atmosferico”, che farà tappa oggi, alle ore 21,30, in piazza Giacomo Leopardi a Recanati, nell’ambito di Lunaria.


Max Casacci, chitarrista e fondatore dei Subsonica quali sono le prime sensazioni di questo tour?
«Non si riesce a ricordare un’emozione simile, in cui si torna su palchi così importanti, con così tanto pubblico. Mentre suoniamo ci rendiamo conto che il pubblico assapora la musica in modo diverso, ed è incredibile anche vedere l’entusiasmo di chi sta sotto al palco. C’è voglia di musica, tanta musica».


Se “Atmosferico” non è una celebrazione di “Amorematico”, cos’è?
«Con questo tour vogliamo riscoprire lo spirito di quell’album che appare un episodio unico, in cui coesistono passione, dance e molto altro. Allora le barriere non erano ancora state abbattute. In quell’album c’era tanta voglia di ballare, che troppo spesso viene abbinata alla leggerezza. Ma c’era anche molto altro».
Per esempio?
«Quei brani indagavano e prendevano spunto dalle cronache di allora, dalla quotidianità. E allora non ci rendevamo conto di quanto stavamo osando sintetizzando in tempo reale quello che accadeva».
Qualche spoiler nella scaletta?
«Non sarà una scaletta vintage, ci saranno brani nostri, ma anche della musica dance degli anni ‘90, con omaggi a Benny Benassi o Gigi D’Agostino, per fare qualche esempio. Ci piace giocare con il pubblico, e non rimanere incastrati in una celebrazione di noi stessi».
Tornerete, quindi, alle origini?
«Difficile dirlo, ne abbiamo così tante!».
Qual è il potere della musica?
«Premetto che oggi è come depotenziata, i musicisti non riescono più a sostentarsi con la produzione di un disco. Si può suonare nei festival, dove ci sono sponsor anche importanti, ma ieri si poteva scegliere di più rispetto a oggi. La musica però mantiene il ruolo del contatto con i giovani, tra il 2000 e il 2015 non era così protagonista, oggi ci sono strumenti nuovi, digitali, cui si affacciano molti ragazzi, vedremo».
Non vi mancano mai gli stimoli per andare avanti, vero?
«Noi non siamo mai paghi, questo tour poteva sembrare in un certo senso dovuto, le persone lo gradiscono, ma noi siamo sempre noi stessi, ci piace mantenere l’aspetto ludico».
Come si sta evolvendo il mondo musicale?
«Credo che in futuro si potrà ascoltare tanta musica di qualità. I ragazzi under 35 hanno grandi numeri e potenzialità, e lavorano affrontando quattro crisi, che gli permettono di fare il salto di qualità. Noi, al confronto, negli anni del brano “Piombo” abbiamo vissuto una telenovela. Comunque penso che forse hanno poco spazio, ma vedo che si rifanno alle sonorità delle generazioni precedenti».
I Subsonica e le Marche?
«Delle Marche io e gli altri ricordiamo la stagione del Synth, nata negli anni ‘70.

Mi riferisco alle batterie elettroniche, ai sintetizzatori made in Marche. Conosco il museo e spesso mi capita di incontrare coloro che hanno progettato queste attrezzature, e forse nemmeno ne immaginavano il successo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA