Willie Peyote al No Sound Fest di Servigliano: «Sono pronto a inondarvi di energia ed emozioni»

Il rapper e cantautore Willie Peyote
Il rapper e cantautore Willie Peyote
di Saverio Spadavecchia
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Giovedì 26 Agosto 2021, 10:29

SERVIGLIANO - Il No Sound Urban Fest oggi, 26 agosto, alle ore 21,30 accoglierà Willie Peyote. L’artista piemontese, reduce dal successo a Sanremo dove ha portato la tagliente “Mai Dire Mai (La Locura)” conquistando il sesto posto e il premio della critica “Mia Martini”, è pronto per esibirsi al palco del Parco della pace di Servigliano.

Prosegue quindi il viaggio per lo stivale con il “Mai Dire Mai Tour Degradabile”. Artista tagliente, deciso e dalla grande capacità di analizzare le bizzarrie e storture degli italiani utilizzando il linguaggio dell’hip hop e del rap.


La musica live nonostante le difficoltà della pandemia prosegue ed offre palchi importanti come quello di Servigliano. Quali emozioni proverà?
«Amo molto quello che faccio e sono sicuro che ci sarà emozione come ogni volta succede quando si sale su di un palco. Noi avremo molta energia da offrire al pubblico, e sono convito che tanta ne riceveremo da un pubblico che sta vivendo una nuova normativa per assistere agli spettacoli».


A Sanremo ha portato una canzone apprezzata ed estremamente critica anche nei confronti di tanti falsi miti creati da social e media. Dal suo punto di vista come valuta l’evoluzione della “celebrità”?
«Credo sia una evoluzione complessiva, non solo del mondo dello spettacolo. Il mondo di comunicare, di vivere e raccontare tutto tramite social è una realtà. Non credo che si debba vivere queste regole, non è obbligatorio essere sempre presenti, mostrarsi sempre vincenti o vivere una campagna elettorale costante.

Non credo che questo meccanismo possa durare in eterno, e la narrazione della persona sempre vincente non è la vita di tutti i giorni».


La musica, da questo punto di vista, è stata anche colpita da questo fenomeno con programmi di intrattenimento atti a creare personaggi e star. Cosa ne pensa?
«La musica deve intrattenere, ma non solo. È giusto che lo faccia, ma deve mettere anche contenuti o almeno un racconto di qualcosa».


Nel corso dei decenni la musica italiana è cambiata in maniera sensibile. L’hip hop e il rap possono essere considerati come una sorta di nuovo cantautorato?
«Il rap e l’hip hop in generale sono quelli ad aver permeato più di tutti gli altri. È stata la rivoluzione musicale che più ha cambiato la musica, e quindi credo si possa considerare come una nuova forma di cantautorato o addirittura dare origine ad una terza via che unisce entrambe in qualcosa di diverso. Può esserlo, ma non è obbligatorio ma ognuno fa le proprie scelte».


Nei suoi testi analizza con acume le storture di una società spesso non lineare nei suoi comportamenti. Come vede questa società, oggi?
«Io credo che si debba reimparare ad ascoltare prima di dire una opinione. Dobbiamo prenderci il tempo necessario per dare un giudizio. Dobbiamo accettare che i giorni non siamo per forza sempre tutti belli».

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