Michela Giraud con il suo show a Servigliano: «La stand up comedy è l'unico luogo dove posso dire la mia verità»

Michela Giraud con il suo show a Servigliano: «La stand up comedy è l'unico luogo dove posso dire la mia verità»
Michela Giraud con il suo show a Servigliano: «La stand up comedy è l'unico luogo dove posso dire la mia verità»
di Chiara Morini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Settembre 2022, 04:00

SERVIGLIANO - Fa a pezzi etichette e convenzioni, senza mai dimenticare la forza di volontà: Michela Giraud, comica romana, sarà domani, sabato 10 settembre, in piazza Roma a Servigliano. Alle ore 21 salirà sul palco con il suo monologo “La verità, nient’altro che la verità, lo giuro... reloaded”.


Michela Giraud, come nasce questo titolo?
«È la stand up, è l’unico luogo dove posso dire la mia verità, la gente ci gira intorno alla verità e ognuno ha la sua. Ed è giusto dire la mia. Sul palco di uno spettacolo di stand up comedy devi essere autentica». 

 
Esiste la verità assoluta secondo lei?
«No, mai.

Se escludiamo il quadro di Bernini». 


Lei ha studiato storia dell’arte, come coniugarla con la comicità?
«Non sono per me due cose così distanti. Proprio grazie alla mia laurea in storia dell’arte ho imparato ad analizzare i particolari. Nello specifico do la mia fotografia della realtà, analizzando i particolari di ciò che vedo».


Quanto è importante per lei l’autoironia? 
«Direi che è fondamentale, soprattutto in un momento duro come questo. In passato il fallimento era il mio pane quotidiano, mi sentivo incapace, a scuola non andavo così bene, e da bambina ho portato il vestito della perdente. Ho imparato a vivere tutto con ironia».


Quando ha deciso di essere comica, allora? 
«Alcuni comici ci diventano, ma i più ci nascono. È un’esigenza che ti porti dentro dalla nascita, che ti totalizza. Io ho capito subito com’ero fatta: mi divertivo, facevo battute, ero un po’ ingestibile. Poi ho canalizzato tutto questo a mio favore, e ho studiato anche per farlo». 


Quali temi affronta in questo spettacolo?
«Questo l’ho iniziato a gennaio, ma non tratto proprio tutti i temi contemporanei. Se dovessi farlo, dovrei scrivere tutti i giorni, e non posso farlo. Tratto varie cose, e affronto il mainsplaining, l’angoscia da lavoro (anche il nostro) e parlo della mia vita». 


Questo spettacolo ha anche avuto un gran successo su Netflix, se l’aspettava?
«Me lo dice lei questo! Scherzo, il fatto è che ne sono contenta, ci ho lavorato molto, ed è un sogno che si è realizzato. La piattaforma l’ha distribuito in 190 paesi in tutto il mondo e vedere il mio monologo tra i comici più grandi del mondo, è stato un vero e proprio sogno che si è realizzato». 


Fuori dal palco chi è e cosa fa Michela Giraud? 
«E chi lo sa? A tratti sono una persona timida, che a volte ha momenti di solitudine, nel senso che ho bisogno di stare da sola. Prendiamo ad esempio quando sono al mare insieme alla mia amica. All’improvviso prendo e le dico “io vado”, e vado a fare una passeggiata da sola, anche per un’ora. Lei mi chiama “Socrate” per questo mio dire “io vado!”».


Cosa sogna Michela Giraud per la sua vita e per il suo lavoro?
«Per me stessa spero di essere più serena, per il mio lavoro fare un nuovo show su Netflix e fare anche del cinema».


Comico?
«Non necessariamente!». 


Michela Giraud e le Marche? 
«Se non fossi stata al festival del cabaret di Grottammare, nel 2014, dove ho iniziato, probabilmente non sarei qui ora a parlare con lei in questa intervista! Ho un ben ricordo, per me è stata una vittoria, da lì è iniziata la mia carriera. Poi ricordo la spiaggia di Fano». 

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