Eleonora Duse, un mito del teatro, rivive a Senigallia nello spettacolo “La Musica dell’anima” con la Villoresi

L'attrice Pamela Villoresi
L'attrice Pamela Villoresi
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 26 Maggio 2022, 05:00

SENIGALLIA - Eleonora Duse, un mito del teatro, rivive domenica a Senigallia, in uno spettacolo dal titolo “La Musica dell’anima”. Alle 21,30 alla Rotonda a Mare, per il secondo appuntamento della stagione concertistica Città di Senigallia, in collaborazione con l’Ente Concerti di Pesaro, un insolito concerto renderà omaggio alla Divina Eleonora. Ne sarà interprete Pamela Villoresi, attrice di grande spessore che, pur avendo sempre rifuggito atteggiamenti da diva, meglio di chiunque altra si presta a far rivivere la Duse, per quella naturalezza malinconica che la contraddistingue, e per una certa somiglianza nell’espressione.


Negli anni questa attrice ha ricevuto molti riconoscimenti, tra cui due Maschere d’Oro, due Grolle d’Oro, due premi Ubu, e la Medaglia d’Oro del Vaticano. La complessa personalità della Divina sarà da lei rievocata in uno spettacolo che integra la recitazione con la musica. Brani degli autori che furono prediletti dalla Duse saranno eseguiti dal pianista Marco Scolastra. Tra gli altri, “Assez de memento: dansons” di Gioachino Rossini, il cui “tocco di piano” la metteva di buon umore, “Prima carezza” di Costantino De Crescenzo e l’Adagio dalla Sonata op. 13 di Beethoven, la cui maschera in gesso l’attrice portava con sé in tournée.

E poi, brani di Chopin, di cui la Duse custodiva due epistolari; di Richard Wagner, suo grande amore musicale; di Prokof’ev e degli americani Scott Joplin e George Gershwin, per finire con Edvard Grieg, norvegese come il drammaturgo Ibsen, e Arrigo Boito, che fu il suo amante segreto.

Nella magnifica sala della Rotonda, aperta sul mare della sera, risuoneranno la voce e i pensieri più intimi della grande attrice, in un testo scritto da Maria Letizia Compatangelo. Sarà un viaggio sulle vie del mondo, tra Ottocento e Novecento, tra grandi teatri e dolci alcove, per conoscere l’esistenza, piena di luci e ombre, di un’attrice che rivoluzionò il modo di interpretare ruoli femminili.


Vita e recitazione non furono mai due realtà distinte, per lei, o inconciliabili: portava in scena tutta se stessa, al punto da rivelare al pubblico, interpretando una parte intensa, le sue stesse passioni e i moti del suo cuore. Fu musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio, che l’amò con trasporto, e ne tenne vivo il ricordo dopo la morte, avvenuta a Pittsburgh nel 1924, durante la sua ultima tournée statunitense. 

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