Teatro Angeletti inagibile dal terremoto, la comunità prova a reagire: «Cureremo le ferite del sisma»

Il teatro Angeletti a Sant'Angelo in Pontano
Il teatro Angeletti a Sant'Angelo in Pontano
di Lucilla Niccolini
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Giovedì 1 Luglio 2021, 17:24

SANT'ANGELO IN PONTANO - Se un teatro, per una piccola comunità, è il luogo dell’identità, è assai grave la perdita che hanno subito i cittadini di Sant’Angelo in Pontano. Il terremoto del 2016 ha reso inagibile quello che è stato, per quasi un secolo e mezzo, il polo di aggregazione di questo borgo che, da circa 500 metri di altezza, domina la campagna fertile del Maceratese, in vista dei Monti Azzurri.


Lo rimarca con pena, ma anche con la voce accesa dalla speranza, la sindaca Vanda Broglia: «Restaurare le abitazioni e gli edifici pubblici è fondamentale, per ridare vita a un piccolo centro come il nostro. Ma anche le anime andrebbero “ristrutturate”, confortate dalla rinascita della vita culturale. Per questo il Comune ha cercato di snellire le procedure per aprire il cantiere, e mettere di nuovo in sicurezza la sala del teatro. Siamo in attesa del nullaosta della Soprintendenza, dopodiché contiamo di dare subito in appalto i lavori». E intanto si portano avanti le trattative con gli uffici del commissario straordinario alla ricostruzione, per riuscire a procedere a una ristrutturazione completa.


La bellezza di questa sala tornerebbe allora a splendere, come la sera del 10 settembre 2007: nove anni erano durati i restauri che avevano interessato l’Angeletti di Sant’Angelo in Pontano, come gli altri teatri storici delle Marche, abbandonati all’incuria negli anni Sessanta, sull’onda di altre forme di spettacolo. Furono riportate alla luce le belle decorazioni del soffitto, opera del pittore anconetano Pietro Giovannetti. Rappresentano quattro medaglioni con i ritratti di Rossini, Goldoni, Alfieri e Bellini, intercalati, tra festoni fioriti, alle raffigurazioni di tragedia, commedia, musica e poesia. Le pitture gli erano state affidate un anno prima della inaugurazione, che avvenne il 16 settembre 1883.

Il teatro fu allora intitolato al concittadino più illustre, Nicola Antonio Angeletti, un vero combattente, un eroico patriota risorgimentale. 


Nato nel 1791, l’Angeletti aveva lasciato il paese poco più che ventenne, per unirsi alle truppe napoleoniche e partecipare, nel 1813, alla Campagna di Germania. La sua vita era stata avventurosa e movimentata: perseguitato per le sue idee libertarie dallo Stato della Chiesa e dai Borboni, imprigionato ed esiliato, ormai sessantenne si era unito alle truppe garibaldine, contribuendo all’unificazione dell’Italia. Tornato a 77 anni a Sant’Angelo, vi morì due anni dopo, nel 1870, circondato dall’affetto e dall’ammirazione dei concittadini. E quando finalmente, tredici anni dopo, si completò la fabbrica del teatro, progettato e costruito da due santangiolesi, l’ingegnere Vermiglio Vermigli e il capomastro Quirino Latini, nessuno ebbe alcun dubbio che dovesse essergli dedicato. Il suo busto in monocromo, circondato dalle Muse, fu dipinto sul sipario “comodino” da un celebre scenografo di Ancona, Enrico Andreani. «Anche quest’opera – sottolinea la sindaca Broglia – avrebbe bisogno di un attento restauro. Abbiamo stanziato i fondi e contiamo di riuscire a far partire quanto prima anche questi lavori».


Incastonato nell’edificio che un tempo era stato adibito a palazzo comunale, il teatro è un pezzo importante della storia di Sant’Angelo in Pontano. La sala a ferro di cavallo, circondata da due ordini di 22 palchetti, che corrono al di sopra di un colonnato, “custodisce”, imprevedibilmente, nei sotterranei, quel che resta dell’antico forno pubblico e del frantoio. Anch’essi erano stati riportati alla luce nel 2007, e resi praticabili per visite alla ricerca delle nostre radici

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