Il "non" monologo di Sabrina Ferilli a Sanremo 2022 conquista tutti: il testo integrale

Applausi e risate per il non monologo di Sabrina Ferilli sul palco dell'Ariston 2022
Applausi e risate per il non monologo di Sabrina Ferilli sul palco dell'Ariston 2022
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Sabato 5 Febbraio 2022, 23:32

Conquista tutti Sabrina Ferilli, la co-conduttrice della serata finale di Sanremo 2022 che, per l'occasione, sceglie di fare un "non monologo". Una scelta che l'ha distinta dalle quattro co-conduttrici delle precedenti serate. «Volevo subito tranquillizzare tutti, perché vi vedo già sull’attenti, carichi di preoccupazione, con lo sguardo, l’orecchio protesi verso l’orizzonte scuro di ciò che sto per dire. Ecco, rilassatevi, perché ho una notizia da darvi: non ho un monologo. M’hanno detto: vai a Sanremo, fai un monologo! So’ due anni che famo monologhi dentro casa chiusi, soli, coi lockdown e io arrivo e faccio un monologo» dice la l'attrice.

«Io non ho niente contro i monologhi eh, le mie colleghe qui hanno detto delle cose splendide, importanti, l’ho applaudite insieme a voi, ma io il monologo non ce l’ho. Giuro che c’ho pensato tanto a cosa dire, a quale grande tema scomodare, di quale inarrestabile tragedia dell’umanità parlarvi, su quale grande tema sociale espormi, ma non ne ho trovato uno giusto. Oppure so’ stati già fatti tutti in passato». 

«M’hanno detto. Parla di famiglie, un tema altrettanto importante, di donne che fanno tanto per mandarle avanti, c’hanno figli, lavorano, educano, è roba articolata. Ma figli non ce l’ho, sono un’attrice avviata, ho pure un marito benestante. Perché devo andare a tutti sulle palle così, de botto. Ma chi me lo fa fa’. M’hanno detto: parla degli uomini che non va bene che abbiano ancora il potere di decidere anche per noi donne, che ricoprono tutti i ruoli della gerarchia nel lavoro. Ho detto, “bella idea”, chiedo se lo posso fa’ sto monologo sugli uomini agli uomini che comandano, e non mi pare il caso. M’hanno consigliato: parla della bellezza. No la bellezza dell’asino, quella più profonda, bellezza interiore, dell’imperfezione… ma so’ quattro giorni che mangio radici pe’ entra dentro sto vestito, bisogna essere credibili. 'La bellezza capita', dicevano, ma ci si lavora anche parecchio. M’hanno suggerito: parla di amori troppo asfissianti, di dipendenze amorose, di quelle coppie ma qui c’è Amedeo che sui social c’ha il profilo di coppia co’ Giovanna, che voi di’, meglio sorvolare su sto tema, no? Se non so’ dipendenze queste. Poi c’è Morandi che quello senza Anna manco sa mette un post su instagram e a momenti si fa squalifica’ da Sanremo, altro che dipendenze. M’hanno detto: parla di femminismo, di body positivity, di mansplaining, di schwa, ma poi me so’ detta che di inclusione. Per parlare ‘sti temi bisogna che lo faccia chi si sporca le mani tutti i giorni da palcoscenici un po’ meno scintillanti di questo, chi queste cose le studia seriamente. E io sono rispettosa delle competenze altrui, sennò qui a Sanremo nel sottopancia mi sarei fatta scrivere attrice, e poi virologa, allenatrice di calcio, esperta di calamità naturali, tutti i temi dell’italiano medio sui social. Sanno parlare di tutto. E poi m’hanno detto parla di riscaldamento della terra, di sovrappopolazione, di disparità salariale, ma alla fine mi so’ detta: ma perché la presenza mia deve essere legata a un problema? Non basto, io?  Perché devo cerca' un senso alla mia presenza oltre quello che sono, che faccio, che mi ha portata fin qui?

Sono io, il mio monologo.

La mia storia, le mie scelte, i mie affetti, la mia professione, la tenacia con cui mi sono presa quello che mi dovevo prendere sono le cose migliori che mi possano accompagnare su questo palco e che possano accompagnare ogni donna, ovunque, la nostra storia». 

E concldue: «Se io ho scelto questa strada non è che non sabbia cosa succede, quante cose sono da cambiare, non sono uno di quegli stolti tanto ben raccontati nel film "Don’t look up” che mentre la cometa punta dritta verso la terra si gira dall’altra parte o crede a quello che ha letto su Telegram. Ho scelto questa strada, stasera perché, come scrisse Italo Calvino, in tempi così pesanti bisogna saper planare sulle cose con leggerezza, senza macigni sul cuore, perché la leggerezza non è superficialità».

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