La straordinaria Vukotic insieme a Marino e Nisi a San Severino Marche: «Mi piace l’energia di Daisy»

La straordinaria Vukotic insieme a Marino e Nisi a San Severino Marche: «Mi piace l’energia di Daisy»
La straordinaria Vukotic insieme a Marino e Nisi a San Severino Marche: «Mi piace l’energia di Daisy»
di Chiara Morini
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Domenica 27 Novembre 2022, 01:10

SAN SEVERINO - La straordinaria Milena Vukotic arriva a San Severino Marche con “A spasso con Daisy”, secondo spettacolo della stagione di prosa di Comune e Amat, una storia che ha vinto il Pulitzer per la drammaturgia (1988) e quattro Oscar nell’adattamento cinematografico. Alle 17 di oggi, domenica 27 novembre, salirà sul palco del Feronia insieme a Salvatore Marino e Maximilian Nisi, nell’adattamento teatrale a cura di Mario Scaletta, per la regia di Guglielmo Ferro.

Milena Vukotic, cosa le piace di Daisy?
«Mi piace molto l’energia vitale di questa donna, ricca signora ebrea che vuole apparire povera, e che non si arrende alla vita, ha uno strano senso dell’umorismo, una forte personalità, a volte anche arcigna quando non accetta il suo autista di colore».

È ambientato nel secondo dopoguerra, ma sembra attuale: quanto?
«Attualissimo, potrebbe essere oggi, ieri, domani, dopodomani. Sul razzismo qualcosa in apparenza pare sia stato fatto». 

Se sfogliasse l’album dei ricordi, qual è il più bello della sua carriera? 
«Non posso che dire quando ho lavorato con i grandi registi, veri maestri in grado di tirare fuori quello che si deve da un attore. Sono stata fortunata per aver lavorato con grandi personalità come Fellini o Bunuel o ancora Monicelli, Scola, Wertmueller. Io vivevo a Parigi, danzavo, poi dopo aver visto “La strada” di Fellini, mi sono trasferita in Italia, volevo dar seguito alla mia voglia di fare teatro. Una volta arrivata a Roma, ho ricominciato tutto daccapo, grazie anche ad alcune borse di studio».

Tra i ruoli che ha interpretato c’è stata la moglie di Fantozzi, Pina. Che ricordo ha di Paolo Villaggio?
«L’esperienza del lavoro con Paolo è stata davvero arricchente, lui era un grande uomo di spettacolo e di lettere, anche se si considerava scrittore.

Lui ha inventato questa “maschera” nella storia. Nei film interpretavo la sua compagna, lavoravamo molto insieme e poi siamo diventati amici. Dopo Fantozzi, purtroppo, ci siamo visti poco, ma sono ancora amica della figlia Elisabetta».

Poi, tra i ruoli più noti, anche quello di Nonna Enrica in “Un medico in famiglia”: come ricorda quel periodo?
«C’era un gruppo, lavorando insieme si era formata una vera e propria famiglia. Con Lino Banfi avevo fatto già altri film, e anche qui nella serie eravamo sposati. Ripeto, si è creata davvero una stupenda famiglia, tra di noi, in quel periodo trascorrevamo la maggior parte del tempo insieme... Un’altra vita in tv, nel cinema non riesci a costruire rapporti così stretti, da farti sentire in famiglia anche insieme ai colleghi. “Un medico in famiglia” è stata una vera e propria saga. Annuccia, entrata a due anni e mezzo, c’è diventata grande. Con Lino e la sua famiglia ancora ci sentiamo, anche con la figlia. Lavori come quello sono importanti, eventi che coinvolgono, perché creano sentimenti affettuosi e formano rapporti di sincera amicizia».

Milena e le Marche?
«Belle, ci sono venuta spesso, anche con altre compagnie. Nella vostra regione ci sono teatri bellissimi, luoghi di cultura stupendi».

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