“Dirò del Rodi”, a 50 anni di distanza la tragedia di San Benedetto si fa epica

Un frame del documentario sul Rodi
Un frame del documentario sul Rodi
di Laura Ripani
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Sabato 20 Febbraio 2021, 05:20

SAN BENEDETTO - Dieci pescatori non festeggiarono mai il Natale nel 1970. Morirono all’interno del Rodi, imbarcazione che si rovesciò a poche miglia dal porto di San Benedetto, ma non fu, quella, una delle purtroppo tante tragedie delle quali è costellata la storia di una delle più grandi marinerie dell’Adriatico: fu l’inizio di una rivoluzione che arrivò a cambiare la storia del lavoro in Italia, creando i presupposti per la creazione del primo contratto nazionale nel settore della pesca.


A 50 anni da quei fatti nasce, dunque, il desiderio di raccontare l’orgoglio di una città che si strinse intorno ai suoi morti fino a bloccare la Statale adriatica e la Ferrovia - e dalla volontà di pacificazione - “Dirò del Rodi”, un documentario realizzato dai registi Giacomo Cagnetti e Rovero Impiglia che, sostenuti dall’amministrazione comunale e dall’Amat, presenteranno in anteprima l’opera domenica 28 febbraio. In streaming dal teatro Concordia della città rivierasca sarà visibile gratuitamente sul sito www.marcheinscena.it (inizio alle ore 21.15) e successivamente sarà visibile su Youtube. Un’operazione onirica e culturale per la quale ha prestato la propria voce l’attore Sebastiano Somma, da oltre 30 anni è ospite fisso della città durante le proprie vacanze, e le illustrazioni di Carola Pignati che con «delicatezza» come dice il direttore dell’Amat Gilberto Santini si è occupata di rappresentare i momenti più crudeli dell’affondamento. Ma il documentario presenta e si basa anche su fatti storici ben documentati grazie alle immagini dell’epoca realizzate da Alfredo Giammarini, fotografo cittadino recentemente scomparso.


«L’intenzione - dice l’assessore alla cultura Annalisa Ruggieri nel presentare l’avvenimento - è quella di non spegnere i riflettori su un momento che, paradossalmente se non ci fosse stato questo momento di difficoltà della cultura forse sarebbe rimasto confinato al mese di dicembre, in occasione dell’anniversario.

Abbiamo invece voluto estendere le celebrazioni mantenendo il lavoro in progressione e pubblicando anche un libro, anch’esso basato sulle ricerche del nostro archivista Giuseppe Merlini». 


La passione di uomini e donne, contestualizzati nel periodo, l’aspetto più umano che politico sono i segni caratterizzanti l’opera. «Ci siamo tuffati - aggiunge Cagnetti - nel progetto in maniera profonda - e ci siamo profondamente commossi». Gli fa eco il collega Impiglia: «Per noi è stato un onore affrontare una pagina di storia così importante -: abbiamo letto tutto il possibile e intervistato tantissime persone». «Un documentario realizzato in maniera attenta - fa notare Somma - al quale mi sono prestato volentieri perché prende soprattutto una piega umana, quella dei pescatori che vengono ritratti nel loro reale vissuto cittadino».

Al termine della presentazione in anteprima dello stesso documentario Somma continuerà a raccontare l’Uomo e il mare, con un recital nel quale con l’accompagnamento al violino del maestro Riccardo Bonacini, leggerà brani di Ernest Hemingway che egli stesso ha adattato insieme a Lucilio Santoni per le istallazioni di Angelo Accardi. Una sintesi dello spettacolo già presentato a San Benedetto che ebbe grandissimo successo nell’agosto del 2019.

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