Harry, l’eroe di San Benedetto, a 100 anni insignito del titolo di Ufficiale dell'Impero Britannico

Harry Shindler con amici e famigliari nel corso della cerimonia alla presenza dell'ambasciatrice Jill Morris
Harry Shindler con amici e famigliari nel corso della cerimonia alla presenza dell'ambasciatrice Jill Morris
di Laura Ripani
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Giovedì 22 Luglio 2021, 07:50

ROMA - «Per me è un privilegio premiarti come Ufficiale dell’Impero Britannico per gli eccezionali servigi che hai reso agli inglesi all’estero». È commossa l’ambasciatrice britannica Jill Morris nel consegnare a Harry Shindler, da 20 anni residente a San Benedetto, l’ennesima medaglia che il veterano, 100 anni compiuti sabato scorso, si appunta immediatamente al petto. Insieme a tutte le altre delle quali è molto fiero. 


La consegna
Si è svolta nella splendida Villa Wolkonsky di Roma, nel cuore dell’antico quartiere Esquilino, la cerimonia di consegna alla quale hanno partecipato non solo la più alta rappresentante del Regno Unito in Italia - a nome della Regina e del Primo ministro - ma anche tanti amici come il presidente dell’Anpi del Piceno Antonio Bruni e la famiglia che gestisce il ristorante Vesuvio. C’era ovviamente anche il figlio di Harry, Maurizio con i tre nipoti e il pronipote. Una cerimonia semplice ma importante conclusa con il classico the inglese, servito ghiacciato visto il meteo, biscottini secchi e un brindisi tutto marchigiano con la Passerina della cantina Velenosi. Nulla insomma ha voluto lasciare al caso l’ambasciatrice che ha qui la propria residenza per omaggiare il suddito di Sua maestà che nel 1944 sbarcò insieme a tanti coetanei ad Anzio con gli Alleati. Lui è consapevole di essere uno dei pochi viventi a conservarne la memoria e non perde occasione per ricordare ai giovani che incontra volentieri - e anche martedì pomeriggio a Roma - come la libertà dell’Italia e dell’Europa sia stata pagata a caro prezzo e vada conservata preservandola da rigurgiti autoritari, sempre dietro l’angolo. «Il mio predecessore - ha infatti spiegato l’ambasciatrice nel suo discorso - ti ha premiato per i meriti durante la II Guerra Mondiale ma sappiamo che non sono finiti lì: hai trascorso la tua vita a recuperare la storia di chi non ce l’ha fatta e restituirla ai familiari». Tra questi Roger Waters, fondatore dei Pink Floyd: suo padre morì durante lo sbarco e che anche sabato ha chiamato Harry. Un “Happy Birthday” cantato, al telefono stavolta, non dal vivo come 5 anni fa a San Benedetto, con le scuse per non essere presente. Ma se, come ha scritto nel suo libro poi diventato un film «La mia guerra non è finita» Harry ha continuato a fare il cacciatore di ricordi, la sua attività negli anni è proseguita conducendo altre battaglie. Si è dedicato a far ottenere il diritto di voto agli inglesi all’estero, incontrando i leader del Parlamento inglese sia del partito Laburista - del quale ha la tessera numero 1 - sia dei Conservatori tanto che proprio in occasione del suo compleanno il premier Boris Johnson gli ha inviato una lettera dalla sua residenza di Downing Street anticipando l’onorificenza e ringraziandolo appunto per la battaglia sul diritto di voto che sta arrivando a termine in Parlamento.
La divulgazione
Harry negli ultimi anni si sta dedicando a un’imponente opera di divulgazione nelle scuole proprio affinché i ragazzi si rendano conto del valore sacro della libertà e quanto questa possa essere fragile se non conservata e coltivata.

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