Saburo Teshigawara oggi a Pesaro con Tristan and Isolde: «Tutto influenza la nostra vita»

Lo sciamano della visione Saburo Teshigawara oggi a Pesaro con Tristan and Isolde: «Tutto influenza la nostra vita»
Lo sciamano della visione Saburo Teshigawara oggi a Pesaro con Tristan and Isolde: «Tutto influenza la nostra vita»
di Elisabetta Marsigli
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Domenica 20 Novembre 2022, 07:20

Ad inaugurare la stagione di danza pesarese sarà un vero “Mito della scena” internazionale: sul palco del teatro Sperimentale, oggi alle 17, Saburo Teshigawara, la cui danza è pura poesia, arriva a Pesaro con Tristan and Isolde in prima ed esclusiva regionale, uno spettacolo che mostra l’arte della danza nella sua forma più cruda e concentrata.


Il veterano della danza


L’acclamato veterano della danza internazionale, trasforma l’opera di Richard Wagner, su un amore irrealizzabile e le sue tragiche conseguenze, in un movimento unico per solo due interpreti: lui stesso e la fedele partner di lunga data, Rihoko Sato. Anche se la musica di Wagner è parte integrante della performance, Teshigawara si concentra su una dimensione più essenziale della vicenda tragica. I due danzatori mettono in scena il dolore di questo difficile amore, alimentato dalla sete di un desiderio che non può essere soddisfatto e che alla fine può trovare pace soltanto nella morte. Incarnando questi infelici amanti, i loro corpi diventano messaggeri di un’esperienza sensoriale altrimenti indicibile e diventano capaci di una comprensione esclusivamente affettiva. Insignito del Leone d’Oro alla carriera per la Danza alla Biennale di Venezia 2022, Teshigawara è stato definito uno “sciamano” della visione, un artista dello spazio, del movimento e della luce.

Un grande maestro si riconosce anche dalla sua grande umiltà e con calore ha accettato, durante i giorni di allestimento dello spettacolo a Pesaro, di incontrare i giovani studenti del Liceo Coreutico Marconi, raccontando loro qual è stato il suo percorso formativo, ma soprattutto spronandoli a trovare ognuno la propria originale strada, anche se non sempre corrisponde ai propri sogni.


Il riconoscimento 


Racconta infatti con ironia, quanto il suo incontro con la danza sia stato casuale e non voluto, almeno all’inizio. «Quello dell’artista non è un lavoro normale, ma fin da piccolo ho avuto un’attrazione particolare per quelle espressioni che non hanno un ritorno utilitaristico.

Una scelta di libertà che comporta anche dei rischi: l’ignoranza e non venire capito, ma mi è sempre piaciuto essere indipendente, lontano da ogni condizionamento, per essere sempre me stesso». Prima che coreografo e danzatore, Teshigawara è pittore, scultore e poeta: «Non vivo per ballare – afferma–. Quando c’è qualcosa che voglio esprimere, se ho una penna sarà poesia, se ho una tela davanti a me sarà un dipinto e se c’è spazio intorno a me diventerà una danza». Il suo processo creativo si basa sullo studio, ma anche sullo “svuotamento” da ogni condizionamento esterno e didattico: viene dal Giappone, terra di numerose discipline che vanno studiate sì, assimilate, ma poi occorre trovare la propria strada. «Lo studio è importante, conoscere e incorporare la tecnica per poi restituirla con il proprio sentire. Deve essere qualcosa di molto personale che viene da dentro di noi. Ho un grande rispetto per le discipline, ma ho la responsabilità di creare qualcosa di mio e per fare ciò ho bisogno di fare pulizia dentro di me. Se si studia qualcosa, che sia una tecnica o una filosofia, si può rimanere profondamente influenzati da esse».


Lo spazio per ascoltare


Conoscere e filtrare, mantenendo dentro di sé lo spazio per ascoltare e incorporare esperienze: «Occorre studiare, ma anche saper osservare le cose che ci accadono intorno: conoscere persone nuove, prendere un caffè al bar. Tutto influenza la nostra vita e il nostro sentire. Se ti poni come un contenitore vuoto verso il mondo, potrai accogliere tutto, emozioni, sensazioni, pensieri». Il poliedrico artista non si è infatti dedicato alla composizione coreografica, prima di aver messo a punto una sua personale riflessione sulle componenti del movimento (spazio, tempo, energia, respiro), prima di non aver accolto dentro di sé le emozioni che lo compongono ed aver trovato un suo personalissimo modo di esprimerle. La sua danza è come scultura d’aria, di luoghi, di tempo, in connessione con lo spazio e il sentimento.

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