"Rossodisera", vetrina delle Marche a Londra. Così la City ha scoperto il gusto di ciauscolo e olive all'ascolana

Matteo Lorenzini (chef), Gabriele Brugnoni (vini), Igor Iacopini, Nicola Fabrizi (food) e Roberto Traini Giulianini (socio factotum)
Matteo Lorenzini (chef), Gabriele Brugnoni (vini), Igor Iacopini, Nicola Fabrizi (food) e Roberto Traini Giulianini (socio factotum)
di Massimiliano Viti
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Sabato 7 Gennaio 2023, 07:25

Non è solo l’insegna di due ristoranti marchigiani a Londra. Rossodisera è un marchio, un avamposto regionale nel Regno Unito con l’ambizione di diventare un modello di sviluppo delle Marche all’estero. Il primo locale (30 coperti) è stato aperto nel 2007 a Londra-Covent Garden. La pandemia ha colpito duro e l’imprenditore fermano Igor Iacopini ha pensato ad un piano B.

Fedele al motto “la miglior difesa è l’attacco”, nel 2022 ha investito, inaugurando un secondo Rossodisera ad Hampstead, uno dei quartieri bene della city, con 100 coperti e una sala polifunzionale. Nei due locali lavorano una ventina di persone.


I guasti della Brexit
Prima di Brexit erano tutti marchigiani. Ora una quota del 30% è straniera. I cuochi sono marchigiani. Il menù è in dialetto: tagliatelle de lo Vatte, frecantò, pastarelle co’ lo vi’ cotto, ecc. È poi cura del personale in sala orientare gli avventori. «I clienti inglesi e internazionali in genere hanno un approccio che mescola curiosità ad una iniziale diffidenza. Il nostro compito è quello di rassicurarli, di fargli capire che si trovano in un vero ristorante italiano. Raccontiamo loro i piatti e poi cerchiamo di conquistarli con il gusto. Demolita la diffidenza, il cliente ci dà fiducia e torna da noi» osserva il ristoratore marchigiano. Laureato in economia bancaria a Macerata, dopo un’esperienza lavorativa nel Fermano, Iacopini ha unito la crescente passione per il cibo alla voglia di viaggiare. Ha intravisto la potenzialità della cucina marchigiana e, insieme ad altri due amici di università (che poi sono usciti dalla società), ha scelto Londra.


L’allestimento


Individuata la location, ha ricostruito l’ambiente marchigiano con materiali (mattoncini rossi ad esempio) e elementi d’arredo prelevati da vecchie case fermane.

Poi ha allestito la squadra, con l’ausilio delle scuole alberghiere marchigiane. Così da Recanati è arrivato lo chef Matteo Lorenzini. Che insieme al factotum Roberto Traini Giulianini costituiscono la spina dorsale di Rossodisera. Punto di forza dei ristoranti è l’autenticità dell’offerta, dalla location ai piatti. «A Londra le Marche non sono conosciute e non hanno la reputazione di altre regioni italiane, pur avendo la stessa qualità nei prodotti. Il nostro lavoro è quello di avvicinare il cliente ai sapori marchigiani. Poi ne resta conquistato. Olive all’ascolana, vini, olio, ragù di coniglio, ciauscolo sono i nostri best seller» commenta Iacopini. Ma c’è un’altra particolarità: «Il cliente straniero di Rossodiera ha aspettative più alte e rispetto ad un italiano presta particolare attenzione agli aspetti formali. Il servizio, ad esempio, deve essere da manuale».


Prossima stazione


Rossodisera, che si appresta ad aprire l’e-commerce, offre ad Hampstead anche un wine shop e delicatessen. Per il 2023, Iacopini vuole sviluppare tutto il potenziale della location, dal punto di vista prettamente culinario ma soprattutto come luogo di riferimento per i marchigiani che si recano a Londra per affari. Rossodisera ha già attirato l’attenzione della Regione Marche, del comune di Fermo, di Tipicità. «Vogliamo diventare un locale rappresentativo delle Marche. Un punto di incontro e di ritrovo per i marchigiani in un ambiente a loro congeniale» conclude il ristoratore marchigiano.

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