LORETO - Davanti alla basilica di Loreto, dove Beniamino Gigli esordì come voce bianca nella corale, e dove Mozart bambino intonò accordi alla tastiera dell’organo, risuoneranno nuove note di pace, nel nome della fratellanza tra i popoli. Sarà Riccardo Muti a dirigere, il 14 luglio alle 21,30, il concerto delle “Vie delle Amicizia”. La città della Santa Casa ospiterà una delle tue tappe dell’iniziativa che, da 25 anni, il Maestro Muti celebra a corollario di Ravenna Festival.
L’organizzatrice
È un evento, organizzato dalla signora Cristina Mazzavillani, la moglie del direttore e fondatrice del festival, con la Delegazione pontificia di Loreto, col contributo della Regione Marche e la collaborazione del Comune, il sostegno di Bper Banca e della Rai, che trasmetterà in diretta il concerto sul primo canale.
Le tappe
La prima, l’11 luglio, toccherà Lourdes, altra città mariana, dove Muti dirigerà artisti baschi e ensemble dei Pirenei. Tre giorni dopo, su questo sagrato lauretano, risoneranno le sacre note di Vivaldi, di Verdi e di Mozart. «Da questo luogo di spiritualità, il messaggio di amicizia, che sempre la musica trasmette, andrà nel mondo, raggiungerà città e popoli sofferenti sotto i colpi della guerra», ha detto ieri il Maestro, al termine della visita, durante la quale gli è stata illustrata la planimetria della sistemazione del piazzale per il concerto, che potrebbe ospitale fino a 1.500 spettatori. Molte delle precedenti edizioni del concerto dell’Amicizia di Ravenna Festival si sono tenute in località che portavano il segno della distruzione, che l’umanità non smette di seminare sulla Terra, a partire dalla prima edizione, nel 1997, a Sarajevo. «Da Loreto vorrei che partisse – ha continuato Muti – un raggio di speranza. Contro ogni dispotismo, una goccia nell’oceano, ma la pace ha bisogno anche di questo». Dirigerà l’orchestra giovanile e il coro “Cherubini”, che saranno affiancati da cantori italiani e ucraini. All’inizio della guerra, sua moglie Cristina era riuscita a portare in salvo, da Kiev, più di trenta artisti, musicisti, coristi e ballerini, che ora risiedono in Italia. A chi chiede al Maestro il parere sull’embargo, lanciato da qualche teatro europeo nei confronti di direttori russi, il Maestro preferisce scandire, lapidario: «Per sua natura ogni musicista, ogni artista è, o dovrebbe essere, contro la guerra». «Se non ora, quando? », gli ha fatto eco il delegato pontificio Dal Cin: «Se la musica, come ogni arte, è il riflesso della bellezza di Dio, quale migliore augurio di pace, quello che parte dalla Santa Casa, per arrivare a tutte le case, a tutte le famiglie sofferenti».