RECANATI - Ricca di storia e di memoria, la città di Recanati conserva fra le vie del centro una bottega artigiana, in cui è possibile riscoprire l’antica tradizione del mastro liutaio. Nato dalla passione e dalla determinazione del recanatese Sergio Giovagnola, “Sempiternus Snare Drum” – il cui laboratorio si trova in viale Carducci 12 – si propone come un luogo in cui ricercare singolari rullanti per batteria, in grado di offrire armonie uniche. A raccontare le particolarità di questi speciali strumenti è proprio il fondatore, Sergio Giovagnola, diplomato all’Istituto tecnico, che non ha mai smesso di coltivare la sua passione musicale nata oltre dieci anni fa.
Da cosa deriva il termine “Sempiternus”, ovvero immortale?
«Il design e i materiali che utilizziamo nella produzione degli strumenti conferiscono una durata eterna ai nostri prodotti, garantendo un’unicità nel sound, nello stile, nella realizzazione. Uno strumento garantito per sempre».
Qual è il legame con la sua città?
«Recanati è stata ed è tutt’ora territorio florido di prestigiose aziende e laboratori artigianali di strumenti musicali e accessori, che a loro volta hanno contribuito all’evoluzione della musica a livello internazionale. Da qui l’onore di prendere come simbolo totem della Sempiternus il leone rampante incoronato, che brandisce una spada. C’è anche un riferimento al concetto di sempre eterno, inteso come “infinito”, parola tanto cara al sommo poeta Giacomo Leopardi».
Cosa ha reso particolare il suo primo progetto, il Sempiternus “Fascia unica”?
«Questo modello di rullante ha una tecnologia di costruzione brevettata, che ne tutela ogni singola fase di realizzazione.
Anche il marchio “Sempiternus” è stato studiato in maniera tale da rendere ogni pezzo caratteristico, giusto?
«Esatto. Il marchio viene inciso direttamente sul legno massello con una punta di diamante, su pochi decimi di millimetro di profondità. In seguito viene decorato a mano con un pennello e colori professionali».
Da costruttore e batterista, come definirebbe l’attuale panorama musicale?
«Questa pandemia ha raso al suolo il settore musicale e ha ucciso ogni forma d’arte ad esso collegata. Il Covid-19 ha segnato definitivamente la parola “fine” a quello che era considerato il vero concetto di gruppo musicale e si è portato via l’ebbrezza della musica live. Dovremo accontentarci delle piattaforme più conosciute per ascoltare musica, probabilmente anche nei mesi a venire, poiché sembra che la luce in fondo al tunnel fatichi ad arrivare».
I tamburi non emettono solo suoni bensì… musica.
«Dobbiamo discostarci dalla falsa credenza che i tamburi emettano solo una specie di rumore e siano privi di nota. Le note esistono eccome sui fusti della batteria, in particolar modo sui rullanti. Basta solo avere la tecnica e la tecnologia adeguate per creare uno strumento che sia in grado e all’altezza di cantare come un usignolo, anziché gridare e basta. Il legno è vivo!».