“Check-in”, il rap di Smashito e Key Team che nasce in parrocchia. Dieci tracce di un viaggio da Ancona a New York

Smashito e Key Team
Smashito e Key Team
di Francesco Giorgi
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Lunedì 17 Maggio 2021, 10:00

ANCONA - Dieci tracce rap contraddistinte da sonorità urban e modulate da differenti contaminazioni, ognuna delle quali porta il nome di una città, di un riferimento geografico che trascina con sé l’immaginario dell’artista e la sua poetica. Si parte da Milano, passando per Roma e Pescara, volando su New York e Valencia per poi arrivare ad Ancona, luogo delle origini amato ma messo in discussione allo stesso tempo. Il viaggio musicale di Lorenzo Tecco, in arte Smashito, s’intitola Check-in. È un album d’esordio, in cui il giovane artista dorico racconta il suo vissuto e le sue esperienze personali.

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Smashito, quando e come si è sviluppata l’idea del disco?
«Check-in è uscito a maggio. Il progetto ha avuto origine lo scorso anno durante la pandemia. È nato tutto in maniera abbastanza naturale, in seguito alla collaborazione instauratasi tra me e il collettivo Key Team, composto da Alex Bordoni – in arte Greene – e Marco Piemontese – alias Memo. Abbiamo inciso le tracce in una stanza fornitaci dal parroco di Santa Maria dei Servi, che è diventata il nostro studio di registrazione».


Come è stato suddiviso il lavoro con il collettivo Key Team?
«Io ho scritto i testi, sviluppando le idee che avevo in testa. Greene e Memo hanno ragionato sulle melodie, elaborando le basi musicali. È stato fatto tutto sempre in grande sinergia e quando sono tornato da un viaggio a Milano questo autunno, a novembre, è nata l’idea dell’album».


Come mai Check-in?
«Il titolo evidenzia la particolarità del progetto. Innanzitutto perché sta ad indicare il nostro ingresso nello scenario musicale rap. Inoltre ricalca il concetto di contest album, poiché ogni traccia è legata ad una città. Il primo pezzo sviluppato, Kylie & Travis, ad esempio, che ha poi dato il via a tutto il resto, è legato a Milano».


C’è anche un brano che fa riferimento ad Ancona. Che rapporto ha con la sua città d’origine?
«La canzone si intitola “Tutto Apposto” e lascia trasparire il dualismo che contraddistingue il mio rapporto con Ancona. Chiaramente è una città che amo, in cui ho vissuto tantissime cose. Ma ad un certo punto della traccia c’è un cambio di tono, con il quale critico quando fui preso di mira qualche anno fa in merito alla scelta di iniziare a fare musica. Questa esperienza mi ha aiutato a costruire una corazza con la quale sono riuscito ad andare avanti e ad essere più forte».


Alcuni brani sono stati realizzati in collaborazione con altri artisti, anche internazionali.
«Ci sono delle collaborazioni di rilievo. Ad esempio la traccia “Movie – New York” è stata realizzata con Jay Critch, rapper di Brooklyn ed è dedicata a Pop Smoke, artista newyorkese scomparso lo scorso anno».


A che tipo di pubblico è rivolto il disco?
«L’album è rivolto principalmente ad un target di riferimento che va dai 18 ai 23 anni. Mi piacerebbe comunque che lo ascoltassero anche i più piccoli, soprattutto per il messaggio che vorrei indirizzare a tutti, ossia che ognuno può trovare, nella propria vita, la sua chiave, la motivazione per intraprendere la propria strada».

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