L'attrice senigalliese Rita Caldana in "Dante": «Che emozione recitare con Pupi Avati»

Rita Caldana con Pupi Avati sul set di "Dante"
Rita Caldana con Pupi Avati sul set di "Dante"
di Giovanni Guidi Buffarini
3 Minuti di Lettura
Lunedì 11 Luglio 2022, 07:10

La voce al telefono è squillante, felice. La voce di Rita Caldana da Senigallia, attrice feticcio del maestro Pupi Avati, tanti film insieme compreso il nuovo “Dante”, proiettato in anteprima a Roma, Auditorium della Conciliazione, presenti le massime autorità dello Stato, Presidente Mattarella in testa, e il cast al completo.

Signora Caldana, può farci un rapido resoconto della serata?
«È stata un’esperienza meravigliosa, emozionante. La notte non sono nemmeno riuscita a prendere sonno, tanta adrenalina avevo in corpo. Mai vissuta una prima così. L’Auditorium era strapieno, il film è piaciuto moltissimo, Pupi Avati si è commosso. Questo film d’altro canto, erano anni che provava a farlo, per lui riveste un’importanza particolare. Per lui e per tutti noi che abbiamo avuto l’onore di farne parte».


Lei interpreta una suora, ci disse in una precedente conversazione.
«Sì, sono la madre superiora. Non è la prima volta che Pupi mi affida un ruolo simile. Mi vede immersa in un alone spirituale, e devo dire che la cosa mi fa molto piacere».


Un ricordo della riprese?
«Abbiamo girato l’estate scorsa in un monastero vicino Perugia. Un caldo che non le dico, e avevo questi abiti pesantissimi medievali. E i ritmi di lavoro erano molto sostenuti, il budget lo imponeva. In breve, è stata una faticaccia, ma eravamo tutti consapevoli ne valesse la pena, questo “Dante” lo stanno già vendendo in tutto il mondo, lo vedranno ovunque, capita di rado l’occasione di prender parte a un progetto del genere, sono orgogliosa d’esserci e di aver diviso la scena con attori come Enrico Lo Verso e Sergio Castellitto che interpreta Boccaccio».


Com’è stato tornare a girare con Pupi Avati?
«Lavorare con Pupi è sempre un enorme piacere.

Non solo perché è il maestro che tutti sappiamo. È anche una persona di una cortesia e di una sensibilità rare. Un regista che sa come trattare gli attori, metterli nelle condizioni di recitare al meglio. Li ascolta, ha una pazienza infinita. O quasi: capita anche a lui di arrabbiarsi, però gli passa presto. L’ho rivisto poche settimane fa. Era a Jesi per presentare il libro che ha dedicato a Dante, si intitola “L’alta fantasia”. Il pubblico del Pergolesi era stregato».


Sa se sta già preparando un altro film?
«Non mi ha detto nulla al riguardo. Nel caso, spero mi chiami. Io intanto mi sto dando da fare per conto mio. Ho diverse idee in testa».


Può anticiparci qualcosa?
«Non è il momento. Non si parla dei progetti in divenire. Questo è ancora un periodo molto difficile per tutti noi del mondo dello spettacolo. Dobbiamo batterci duramente per realizzare quel che ci sta a cuore. Sto combattendo. Quando avrò delle certezze, potremo parlarne».

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