Premio Guido Carli ad Azzurra
Caltagirone, Cairo e Polito

Premio Guido Carli ad Azzurra Caltagirone, Cairo e Polito
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Mercoledì 6 Maggio 2015, 07:43 - Ultimo aggiornamento: 09:58
ROMA - Guido Carli è morto nel 1993, lasciando un vuoto grande. Ma ogni anno, il premio a lui intitolato è un’occasione per ricordare questa figura di uomo di Stato a cui l’Italia deve molto. E non soltanto, naturalmente, nel passaggio in cui Carli fu protagonista: quello della costruzione della moneta unica e della nuova idea di Europa, non proprio realizzata poi come a lui sarebbe piaciuto.







Nella sesta edizione di questa manifestazione a lui intitolata, animata dalla nipote Romana Liuzzo e ospitata nella Sala della Regina di Montecitorio, i premi Guido Carli sono andati agli editori Azzurra Caltagirone e Urbano Cairo; al presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi; all’ad di Poste Italiane, Francesco Caio; al giornalista Antonio Polito; all'imprenditore e banchiere Gianni Zonin; all’ad e vicepresidente di Medusa, Giampaolo Letta (e scherza il padre che preside la giuria: «Qui c’è il rischio del conflitto d’interesse...»); all'onorevole Maria Stella Gelmini; all'imprenditore Giovanni Rana; al presidente del Bioparco di Roma, Federico Coccia; al presidente dell'Eni, Emma Marcegaglia.



Atmosfera rilassata. Ma anche commossa quando Azzurra Caltagirone ha ricordato la figura di Pietro Calabrese, ex direttore del Messaggero e amico di molti dei presenti. Nel discorso di accettazione del premio da parte della vice-presidente del gruppo editoriale Caltagirone, si insiste su un valore prezioso: «Rileggendo i pensieri di Carli, mi ha impressionato la sua infinita fiducia in questo Paese. Era convinto che l’Italia ce l’avrebbe fatta. E questo suo messaggio lo voglio trasmettere a tutti e anche ai miei figli».







I suoi due bambini sono in sala, con il padre Pier Ferdinando Casini. Così come, ad ascoltarla, in prima fila c’è il padre di Azzurra, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, a sua volta insignito del premio Carli in una scorsa edizione. Se lei si auto-definisce - come ricorda Barbara Palombelli nella presentazione - «una creatura digitale», ma insieme molto cartacea grazie ai cinque milioni di copie di giornali vendute dal gruppo editoriale che dirige, anche gli altri premiati hanno profili personali e professionali che sarebbero piaciuti a Carli. Nel senso che credono nel valore positivo di una vera classe dirigente che l’Italia nei suoi momenti migliori ha avuto e che ora cerca di ritrovare guardando avanti.

M.A.
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