Gibboni vincitore del Premio Paganini 2021 sul palco del Mugellini Festival: «Il violino nel mio destino»

Gibboni vincitore del Premio Paganini 2021 sul palco del Mugellini festival: «Il violino nel mio destino»
Gibboni vincitore del Premio Paganini 2021 sul palco del Mugellini festival: «Il violino nel mio destino»
di Chiara Morini
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Sabato 8 Ottobre 2022, 02:40

POTENZA PICENA - È giovane, ma ha già dimostrato di essere un violinista pieno di talento, destinato a una grande carriera: Giuseppe Gibboni, che ha 21 anni e lo scorso anno ha vinto il premio internazionale Paganini, sarà domani, 9 ottobre, alle ore 17,30, nella cappella dei contadini di Potenza Picena, per il Mugellini Festival.

Prima sarà intervistato dal responsabile eventi culturali Marche Abruzzo e Molise della Treccani, poi si esibirà. Accanto alle sue note l’esposizione di una selezione di opere di Treccani Arte (info e prenotazioni: 3924450125).
Giuseppe Gibboni, a Potenza Picena cosa eseguirà? 
«Dopo l’intervista di Andrea Gasparrini, suonerò una selezione dei “Capricci op.1” per violino solo di Niccolò Paganini, con un violino storico». 
Qual è l’importanza di suonarne uno per un violinista?
«Devo dire che i violini antichi suonano molto meglio. Racchiudono dentro di loro chi li ha suonati prima. Il legno vive, lo strumento quindi si evolve. Il suono di un violino nuovo è buono, ma se arriva da uno strumento antico, è più netto, forse potrei dire anche che il suono è più autentico».
Lei è figlio di un violinista e di una pianista, come mai ha scelto il violino?
«La scelta è stata spontanea. Ma vede, io vedevo e ascoltavo mio padre suonare il violino, all’inizio però non ho cominciato con questo strumento. Ho iniziato a suonare il violoncello, poi ho capito che il mio desiderio era il violino, e per fortuna la mia famiglia mi ha assecondato. Comunque ho anche due sorelle, anche loro violiniste».
Cosa significa per la sua carriera la vittoria al Premio Paganini?
«Il concorso ha un grande albo d’oro costituito da musicisti che hanno fatto una grande carriera, è uno dei più importanti concorsi violinistici al mondo. Vincendolo ho realizzato un sogno».
L’ultimo italiano aveva vinto il Paganini 24 anni fa, e lei nemmeno era nato: che effetto le fa? 
«Per me è un grande onore, una grande responsabilità. L’Italia dovrebbe valorizzare la musica, e mi sento di poter affermare, se non erro, che l’abbiamo inventata noi. È giusto quindi che gli italiani occupino posti importanti sulla scena musicale». 
C’è qualcuno a cui si ispira? 
«Se devo dirlo, nessuno in particolare, a parte la mia famiglia. Mio padre, tutti, mi hanno dato il la e tante dritte per intraprendere questa carriera musicale». 
Ha calcato molti palchi e collaborato con tanti musicisti: quale o quali le hanno lasciato di più? 
«Non sempre è opportuno fare una classifica delle proprie esperienze. Ognuna ti lascia qualcosa, è difficile dire quella che è in cima alla lista o quella che sta giù. Sono tutte fondamentali, quello che posso dire che è importante suonare con musicisti bravi». 
A proposito di esperienze e famiglia, ha partecipato a due talent: classica e televisione, ritiene siano agli antipodi? 
«Come dicevo, sin da piccolo i miei genitori mi hanno fatto amare la musica, tutta. Anche nei talent si possono avere soddisfazioni con la musica classica, e una è stata l’aver portato questa musica in prima serata su Canale 5, ovviamente facendolo con il massimo rispetto per la musica».
Sogni per il futuro?
«Quelli più importanti li ho già realizzati! Per il futuro spero di continuare a suonare, magari anche all’estero».

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