Troiano sul palco con “Il dio bambino”: «Vi porto l'estro e la leggerezza unica di Gaber»

Fabio Troiano in una scena dello spettacolo "Il dio bambino"
Fabio Troiano in una scena dello spettacolo "Il dio bambino"
di Chiara Morini
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Mercoledì 23 Marzo 2022, 11:01

PORTO SAN GIORGIO - Volto noto di teatro, cinema e televisione, Fabio Troiano sarà nelle Marche per due spettacoli: “Il dio bambino”, venerdì 25 marzo alle 21,15 al Teatro comunale di Porto San Giorgio nella stagione di Comune e Amat (info: 392/4450125), e “La camera azzurra”, mercoledì 30 marzo alle 21 al teatro Alaleona di Montegiorgio, ultimo appuntamento della stagione di prosa del Comune (info: 0734 952067). 
Fabio Troiano, perché portare in scena il testo di Gaber “Il dio bambino”?
«Gaber mi è sempre piaciuto, e mi affascinava poter lavorare con il regista Giorgio Gallione. L’ho conosciuto, ci siamo trovati ed eccomi qua in questo spettacolo». 

 
La storia è stata scritta 30 anni fa, quanto è attuale? 
«Molto. Tratta temi universali, il rapporto di coppia, con i meccanismi che sono sempre gli stessi. Gaber racconta la storia di quest’uomo toccando corde molto sensibili».
Quanto sono bambini (se lo sono) gli uomini di oggi? 
«Siamo tutti un po’ bambini, ed è giusto che nella nostra vita rimanga un pizzico di fanciullezza. Però è chiaro che l’uomo cresce avendo accanto una donna, che lo aiuta. Questo è il pensiero di Gaber».
Quanto è difficile interpretare un testo di Gaber?
«Se si legge questo testo ci si riconosce, se lo si ascolta pure. É così coinvolgente che nel momento in cui ti ci riconosci sei portato a fare un’auto-analisi, e la difficoltà, forse, nell’interpretare il testo è proprio il dovere attraversare l’emozione che ti suscita. Detto questo non è per niente facile recitare un testo di Gaber, lui lo faceva con estro e leggerezza geniale allo stesso tempo. Gallione però ha realizzato una messa in scena contestualizzata in un dopo festa, un momento in cui qualcosa é terminato e si fanno bilanci. Si riflette sul passato, su ciò che è andato bene o male, si rimettono a posto i cocci: e la storia è quella di un uomo che non si vuole arrendere al fatto che non è più bambino».
A Montegiorgio, sarà in scena ne “La camera azzurra”: è un genere diverso, ma passionale? 
«Sì, certo, il testo è di Georges Simenon, autore noto per aver ideato il personaggio di Maigret. Simenon è un autore straordinario e questo testo è stupendo. La domanda fondamentale è: “Chi ha tradito chi”? Ci sono due amanti, che si incontrano il giovedì nella camera azzurra. Lei a un certo punto gli dice “Se fossi libera ti libereresti per me”, lui risponde di sì, lei uccide il marito, e da qui parte tutta la storia».
Qual è il suo genere preferito?
«Non ne ho uno in assoluto, mi appassiono ai progetti che scelgo. Il mio mestiere di attore è quello di adattarmi alla storia che amo, ma se proprio devo dirlo, mi mette più a mio agio una commedia». 
È meglio il cinema, il teatro o la televisione? Cosa preferisce?
«Qui le risponderei la cucina, mi piace cucinare. Ma la risposta “vera” è la stessa di sopra: fa tutto parte del mio lavoro di attore. Dipende dai progetti che mi capitano, per il momento la televisione è un attimo in disparte per due nuovi lavori a teatro».
Le piacciono le Marche?
«Viaggio tutta l’Italia, mi piace ogni luogo del nostro paese, e sì nelle Marche, dove vengo solo per lavoro, mi piace pure starci».

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