Masciarelli sul palco con “Ma allora è vero! Stavamo meglio?” a Porto San Giorgio: «Ci saranno tanti abbracci»

Stefano Masciarelli in “Ma allora è vero! Stavamo meglio?” a Porto San Giorgio: «Ci saranno tanti abbracci»
Stefano Masciarelli in “Ma allora è vero! Stavamo meglio?” a Porto San Giorgio: «Ci saranno tanti abbracci»
di Chiara Morini
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Lunedì 18 Luglio 2022, 06:40

PORTO SAN GIORGIO - Comicità e riflessione oggi, 18 luglio, alle 21,30 in piazza Matteotti a Porto San Giorgio. Sul palco salirà Stefano Masciarelli che porterà in scena lo spettacolo “Ma allora è vero! Stavamo meglio?”, con le musiche dal vivo di Diego Trivellini.
Masciarelli, come nasce lo spettacolo?
«Arriva direttamente da una mia collaborazione con Fabrizio Coniglio, nell’epoca del Covid. Lo portiamo in giro già da un po’, e coinvolgiamo il pubblico». 

 
Come avete scelto il titolo? 
«Ha presente quando si dice “l’erba del vicino è sempre più verde”, quando si guardano, ad esempio, le scarpe degli altri sempre più belle? Ecco il tema è quello. In Italia è vero che noi siamo superiori per molte cose, ma qui rifletteremo sul significato di tante parole».
Può fare un esempio? 
«Prenda lo “Spid”. Le racconto un episodio, accaduto veramente. Eravamo alle Poste per prelevare e ci siamo imbattuti in un vecchietto che doveva prendere lo Spid, non ce la faceva, doveva spostarsi sempre a piedi. Ecco queste piccole difficoltà».
Una sorta di riflessione sulla quotidianità? 
«Circa. Abbiamo una valigia, nella quale abbiamo messo tutte le parole su cui ci siamo focalizzati e che ci sono mancate. Ci saranno “musica”, “abbracci”, e come la freddezza ha trasformato noi italiani. Metteremo in risalto tutto questo e poi c’è un musicista marchigiano, che ho incontrato una ventina di anni fa, Diego Trivellini, che nella sua fisarmonica ha campionato 120 suoni. Un omaggio a Morricone fatto da lui, che sembra un orchestra». 
Come coinvolgerete il pubblico? 
«Io sono uno di voi spettatori, sarà una grande opportunità per ritrovarci tutti insieme, riabbracciarci. Di bello nello spettacolo c’è poco, però riderete molto. Coinvolgeremo il pubblico ricordando le festicciole che si facevano a casa per conoscersi, all’epoca degli “svelti”. Balleranno prima loro, noi li riporteremo indietro, a quando tutto era vero senza digitale».
Che morale può avere lo spettacolo? 
«Accontentiamoci di quello che abbiamo, e poi c’è un grande messaggio: dobbiamo tutti valorizzare la famiglia, racconterò la profondità con leggerezza. Così si possono trasmettere meglio i messaggi». 
È uno spettacolo estivo? 
«Estivo, autunnale, invernale, primaverile. È adatto a tutte le stagioni, a tutte le persone, a tutti». 
Come si trasmette il messaggio in estate?
«Basta farsi un giro negli ospedali, basta guardare il terzo mondo. Ecco chi si contenta gode, è un detto importante. Dobbiamo valorizzare la salute, quando abbiamo quella abbiamo tutto. Eppure ci lamentiamo».
Stefano Masciarelli e le Marche?
«Sono mezzo marchigiano: mio nonno era marchigiano, così come mio padre.

Avevo parenti anche in due paesi, purtroppo distrutti dal sisma. E poi c’è mia figlia. Oggi ha 15 anni, ma d’estate è praticamente cresciuta in un hotel di Porto San Giorgio. Una settimana l’anno. A breve accompagnerò la mia famiglia a Numana, poi farò avanti e indietro, viaggiando per il mio spettacolo».

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