Il cantautore sangiorgese Mircoli in gara a Teramo per la finale del premio dedicato a Ivan Graziani: «L'indie-rock mi affascina da sempre»

Il sangiorgese Francesco Mircoli
Il sangiorgese Francesco Mircoli
di Chiara Morini
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 09:06

PORTO SAN GIORGIO - Ha pronto un nuovo singolo, “Malibù”, un brano inedito: il sangiorgese Francesco Mircoli, domani, venerdì 10 ottobre, sarà sul palco del teatro comunale di Teramo, per contendere a una decina di concorrenti il premio nazionale Pigro, dedicato a Ivan Graziani. 


Francesco, cos’è questo premio? 
«Il premio, nato per ricordare e fare memoria di Ivan Graziani, seleziona e poi premia uno tra i nuovi talenti creativi e originali del panorama musicale italiano. Artisti vicini al rock italiano. La direzione artistica è affidata ad Anna Graziani, moglie del compianto Ivan. La produzione mi ha chiamato qualche settimana fa, ho dovuto superare un paio di selezioni e alla fine eccomi qua insieme agli altri finalisti».

  
Parteciperà con “Malibù”, che brano è? 
«È un nuovo singolo, hanno selezionato questo inedito che, ci tengo a precisarlo, non c’entra proprio nulla con l’ex concorrente di Amici, Sangiovanni. La canzone parla della difficoltà che spesso abbiamo nel dare valore alle cose che si hanno, invece di andare avanti a cercare le novità scintillanti». 
Perchè allora il titolo Malibù? 
«Non c’entra niente con la nota città statunitense. O meglio se c’entra è un legame “figurato”. Immaginario. Molti sognano la West coast statunitense, gli Usa ci hanno fatto sognare, ma poi bisogna dar conto a quali sono i luoghi che per ciascuno di noi contano. Intendo dire che per me l’America può benissimo essere che so, a Montecatini, o Riccione, o ancora Altidona: il sogno americano come visione figurativa. Poi vorrei aggiungere anche che con il brano voglio ironizzare su tutti noi che cerchiamo di metterci sempre in vetrina sui social, in questo mondo iper tecnologico».
Non c’entra nulla la spiaggia?
«Io che vivo praticamente sul mare l’ho riscoperto da poco. Per anni l’ho trascurato. Ecco con questo brano voglio far rivalutare le cose. Nel ritornello canto una frase “Se potessi andare a vivere in America”. Io non ci andrei mai ad abitare. Ecco cosa intendo con gli Usa come luogo ideale. Bisogna tenere duro e lottare per sé e per i propri sentimenti».
Che idea ha della musica? 
«Il mio genere, da sempre, è un indie-rock che mi affascina. Anche questo brano mescola classic rock, rap, funk e la canzone d’autore. Sono i generi che amo. E poi me lo lasci dire: io ho una visione “artigianale” della musica. Preferisco farne poca per pochi, piuttosto che andare con i grandi numeri. Anche i premi a cui ho partecipato sono d’autore: sono stato a Musicultura, due volte alle finali del Premio De Andrè, e sono stato anche al Premio Bertoli».
Arriverà un nuovo disco? 
«Non ha senso far uscire un album senza avere prima lanciato, o meglio, senza averlo prima promosso con dei singoli. L’anno scorso uscì “Capodanno all’Api”, che si ispirava a un’esperienza vissuta con i miei amici. Di sicuro ad anno nuovo farò diversi live, spero, ma devo anche laurearmi».
Sogni per il nuovo anno? 
«Spero di fare almeno una trentina di concerti.

Ma soprattutto mi auguro che la musica dal vivo riprenda al più presto a pieno ritmo, è la vera fonte di sostentamento per noi musicisti indie rock».

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